Patrimoniale sì, patrimoniale no. Si riapre (ma subito si richiude) la vecchia polemica sulla tassa più controversa di sempre. La innesca l’ex ministro “tecnico” Elsa Fornero secondo la quale “ci possono essere molte buone ragioni per le quali il nostro Paese potrebbe considerare un’imposta patrimoniale (in realtà sul patrimonio immobiliare, visto che quello finanziario già ne è gravato), e infatti molti Paesi europei ce l’hanno”. “Le ragioni alla base, spesso abbinate, sono principalmente due: serie difficoltà nella finanza pubblica e gravi iniquità sociali.” E quindi, suggerisce Fornero, “si potrebbe stabilire un imponibile minimo piuttosto elevato o limitare l’imposta al momento della trasmissione ereditaria, così come la si potrebbe usare per alleggerire l’imposizione sul reddito da lavoro o evitare un aumento netto della pressione fiscale.”
Sinistra d’accordo con Fornero
L’idea dapprima scivolata nel nulla, poi viene ripresa dal parlamentare del Pd Roberto Morassut che considera “giuste” le proposte di Elsa Fornero: “il Pd avanzi la proposta forte e chiara di una patrimoniale sulle alte rendite e sugli alti patrimoni che contribuisca allo sforzo che il Paese sta producendo.” Alle considerazioni di Morassut si affiancano quelle di Nicola Fratoianni segretario di Sinistra italiana: “nell’ultimo triennio le 5 persone più ricche del mondo hanno visto crescere i loro patrimoni del 114%. Quante cose si potrebbero fare con queste risorse a partire da una seria lotta contro la fame e la malnutrizione nel mondo? E in Italia? La stessa cosa, i super ricchi diventano ancora più ricchi, i poveri sprofondano, e i ceti medi diventano poveri. Per questo – aggiunge – è giusta e necessaria una tassazione sulle grandi ricchezze del nostro Paese. Quei super ricchi che la destra al governo si affanna sempre a difendere aumentando con le proprie scelte politiche le diseguaglianze”.
Fratelli d’Italia: scelta iniqua
A questo punto sale sul ring Tommaso Foti, “la sinistra tassa e spendi – replica il capogruppo FdI alla Camera – ci riprova con la patrimoniale. Un disco rotto con cui vorrebbe sistemare debito e conti pubblici, danneggiando gli italiani e tassando ciò che hanno di più caro: la casa e, più in generale, gli immobili. Come detto e ribadito più volte, per Fratelli d’Italia la casa è sacra e non si tocca. Forse non paga della più pesante patrimoniale della storia d’Italia che grava sugli immobili, l’Imu, la professoressa Fornero trova oggi nuovi fan: non a caso il Pd, per bocca dell’onorevole Morassut, non solo non sconfessa la surreale idea della Fornero, ma la fa propria. Mentre quindi il campo largo delle tasse, con il PD e i suoi peduncoli, vorrebbe di nuovo mettere le mani in tasca a chi ha la colpa di essere proprietario di un immobile”. Contrarissimo alla patrimoniale anche il vicepresidente alla Camera di FdI, Fabio Rampelli che rimarca come l’economia italiana, nell’ultimo anno, ha fatto registrare una buona tenuta e che “l’introduzione della patrimoniale, auspicata dall’ex ministro del Governo Monti con l’argomentazione che molti Stati europei ce l’hanno, si aggiungerebbe a un quadro ‘monstre’ di tasse e tributi che grava sulle persone, sulle famiglie e sulle imprese. Un peso mastodontico, inesistente negli altri Stati europei che invertirebbe i valori positivi appena raggiunti dal Governo. Il dogma le ha annebbiato la visione della realtà… Aggiungere la patrimoniale, oltre a essere contrario ai nostri principi, costituisce una scelta iniqua perché la casa non può essere considerata fonte di reddito”.