venerdì, 15 Novembre, 2024
Turismo

Assoviaggi Confesercenti: Turismo organizzato in frenata per le feste rispetto al 2022

Inflazione, tariffe elevate e conflitto in Medio Oriente raffreddano le partenze per le prossime festività natalizie. Saranno quasi 500mila gli italiani che quest’anno si metteranno in viaggio durante le feste con un pacchetto vacanze completo prenotato presso le agenzie di viaggio, di cui 286mila raggiungeranno una destinazione internazionale. Un numero che sale a circa 2 milioni se si considera pure chi ha acquistato anche solo un servizio (dai biglietti ai servizi turistici) in agenzia, circa 114mila in meno rispetto al 2022 (- 5,4%). È quanto emerge dall’indagine realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze per Assoviaggi Confesercenti, su un campione di 523 imprenditori del turismo organizzato. Agenzie di viaggio e tour operator segnalano minori volumi di vendita sia per le destinazioni estere, con una flessione del -4,4% rispetto al 2022, sia per le destinazioni italiane con un calo ancora più marcato, pari al 6,3%. Un trend che si presenta tendenzialmente omogeneo in tutte le macro-aree geografiche, a eccezione delle regioni del Sud e Isole dove invece le richieste per le mete oltre confine risultano in aumento del +3,5%. La flessione del mercato è stata segnalata dal 45,5% del campione, a fronte del 29,5% di intervistati che ha registrato, invece, un aumento di prenotazioni e del 21,4% di imprenditori che ha segnalato un andamento di assoluta stabilità.

Le tipologie

Al primo posto tra le tipologie di vacanza maggiormente ambite per le festività natalizie ci sono le capitali europee (61,3%), seguite dalle città d’arte italiane (52,3%), mentre il mare esotico e i viaggi intercontinentali sono scelti rispettivamente dal 45% e dal 36,9% del campione. La montagna italiana si posiziona quest’anno nella parte intermedia della graduatoria, segnalata in calo di interesse dal 45% del campione, contro l’8,3% degli imprenditori che invece ha rilevato un aumento delle richieste. Tra gli altri prodotti in crescita per una vacanza natalizia all’insegna del relax emerge anche il prodotto termale (9,9%).

Le destinazioni

Per chi ha scelto di rimanere nel Belpaese, tra le regioni di maggior interesse svetta in cima alla classifica il Trentino-Alto Adige, seguito da Toscana, Campania, Lazio, Sicilia, Valle d’Aosta, Umbria, Veneto e Puglia. Per gli italiani che si concederanno una vacanza all’estero, invece, tra le destinazioni più richieste troviamo la Spagna, la Francia, il Regno Unito, l’Austria e la Repubblica Ceca, mentre per le mete del ‘medio raggio’ le scelte più significative si rilevano per l’Egitto, la Finlandia, la Norvegia e l’Islanda. Infine, per i viaggiatori amanti del ‘lungo raggio’ le preferenze si sono concentrate su Stati Uniti, Caraibi, Thailandia, Giappone, ma non sono mancate le richieste per Madagascar, Maldive, Kenya, Tanzania e Zanzibar, Mauritius.

Alti e bassi

“Il 2023 è partito bene per agenzie di viaggio e tour operator, con risultati più che soddisfacenti nella prima parte dell’anno”, spiega il Presidente di Assoviaggi Gianni Rebecchi. Nella seconda parte, però, non sono mancate le difficoltà. L’86,6% delle imprese intervistate ha percepito chiaramente gli effetti di inflazione e caro-voli sui clienti di fascia media, che hanno scelto viaggi di minor durata o addirittura rinunciato al viaggio. “Secondo una rilevazione, infatti, emerge che per un volo Milano-Palermo ora ci vogliono più di 500 euro mentre per un biglietto aereo per la Calabria si arriva addirittura a superare i 700 euro di spesa: cifre che rendono difficile, se non addirittura impossibile, il rientro in famiglia di lavoratori e studenti fuori sede per le feste natalizie. Anche la guerra in Medio Oriente ha avuto un forte impatto: tanti gli annullamenti verso Paesi come Egitto e Giordania, non coinvolte nel conflitto e tra le più prenotate nei primi dieci mesi dell’anno, e numerose le richieste di modifica della destinazione. Pesa anche l’effetto dell’insicurezza generato dal conflitto. Il risultato è un forte condizionamento del mercato e dell’operatività del settore con inevitabili ripercussioni sui fatturati del 2023, che secondo il 50% delle imprese del settore raggiungeranno livelli al di sotto delle aspettative, soprattutto se non ripartiranno le richieste sotto data”.

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