Un team di scienziati americani ha recentemente ideato e sviluppato minuscoli robot biologici chiamati “Anthrobot “, capaci di autoassemblarsi e muoversi autonomamente. Questi biorobot, ottenuti in laboratorio a partire da cellule tracheali umane, sono descritti minuziosamente in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica ‘Advanced Science’.
La ricerca sottolinea il loro potenziale terapeutico specialmente nella promozione della crescita neuronale in zone danneggiate, durante esperimenti in laboratorio. Secondo il team, tale studio mostrerebbe notevoli prospettive nell’ambito della medicina rigenerativa, potendo gli Anthrobot rigenerarsi senza la necessità di strumenti esterni. Per gli scienziati, questa scoperta costituirebbe un punto di partenza che punta ad utilizzare le cellule stesse dei pazienti come nuovi strumenti terapeutici personalizzati.
Possibili applicazioni
Durante gli esperimenti, gli studiosi hanno osservato che “quando un gruppo di Anthrobot è stato aggiunto a neuroni danneggiati in laboratorio, i biorobot hanno incoraggiato la crescita di nuove cellule per riempire il vuoto”. Per gli scienziati, questa scoperta apre dunque la strada a possibili applicazioni, in particolare nel ripristino dei tessuti danneggiati. Come precisato nell’articolo scientifico, a differenza di ‘Xenobot’, organismo semi-sintetico progettato con l’ausilio di un calcolatore, gli Anthrobot possono essere ottenuti da cellule umane adulte senza apportare modifiche genetiche. Questa caratteristica renderebbe gli Anthrobot, forse, utilizzabili come strumenti terapeutici. Gli Anthrobot presentano diverse varianti con forme e dimensioni che variano “dallo spessore di un capello umano a quello della mina appuntita di una matita” e possono sopravvivere in laboratorio fino a 60 giorni prima di degradarsi naturalmente.