Una serie di scenari su come la prossima generazione in Europa affronterà i problemi di sicurezza e salute sul lavoro nel 2030 e nel 2040 sono stati delineati in una recente pubblicazione redatta dall’Istituto Europeo dei Sindacati (ETUI) e dall’Istituto Studi Prospettici, IPA, i cui contenuti riteniamo essere particolarmente interessanti.
La salute e la sicurezza dei lavoratori e l’ambiente di lavoro hanno fatto molti progressi. Tuttavia, negli ultimi anni, i cambiamenti tecnologici e i nuovi modi di produrre hanno aggravato le condizioni di lavoro e una forte lotta politica in questo campo ha reso sempre più urgente la necessità di affrontare con attenzione questa importante questione.
2030
La tendenza verso una maggiore regolamentazione dell’UE ha innescato iniziative complementari e di adeguamento da parte delle imprese. La maggior parte dei datori di lavoro deve rendersi conto che non si può ottenere una forza lavoro altamente impegnata e motivata attraverso l’approccio “comando e controllo”.
I dipendenti che lavorano attenendosi strettamente al mansionario sono certo poco consoni a modelli aziendali tesi alla prosperità. Inoltre, la sorveglianza permanente e il ricorso alla coercizione per convincere le persone a lavorare sono metodi costosi. Diverse multinazionali stanno aumentando il coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori nella costruzione della strategia e nel processo decisionale per la SSL.
Naturalmente, un tale progetto di decisione consensuale richiede molto tempo e molte risorse. Tuttavia, la percezione comune è che reagire in modo impulsivo normalmente non porta a buoni risultati; scoperta considerata particolarmente vera per quanto riguarda l’uso delle nuove tecnologie. Esiste una crescente sensibilità ai rischi e, in caso di dubbio sulle conseguenze delle nuove tecnologie, processi e sostanze, un approccio precauzionale è considerato come il criterio di riferimento appropriato. Tuttavia, le società europee non sono affatto tecnofobiche e l’innovazione tecnologica è vista come una condizione “sine qua non” per la trasformazione dell’economia. Sono in fase di studio sempre più iniziative per favorire il benessere sul lavoro.
Ad esempio, i lunghi pendolarismi sono visti come un rischio per la salute e sono inseriti tra le priorità della SSL, così come l’esposizione al rumore permanente di bassa intensità, mentre si cerca di rendere abituale la progettazione di sani posti di lavoro.
Ci sono delle aziende all’avanguardia che stanno sperimentando luoghi di lavoro che infondono energia ai dipendenti quando sono stanchi e li calmano quando sono stressati o irritati. Un’altra tendenza è la decelerazione del lavoro, ad esempio attraverso l’attuazione di cicli lavorativi di 90’, più tempo per il recupero e un migliore monitoraggio del carico di lavoro.
L’orario di lavoro settimanale medio è sceso a circa 30 ore, dando ai dipendenti più tempo per altre attività, come il lavoro domestico, l’assistenza all’infanzia e agli anziani. Nei casi in cui le misure per la SSL e la “architettura del benessere” richiedono importanti investimenti, non è facile per molte imprese mantenere inizialmente la competitività.
Essere un’azienda d’avanguardia nel campo della SSL può essere un duro lavoro. Ma nel lungo periodo questi investimenti pagano quando sempre più datori di lavoro seguono il percorso di cambiamento: in Europa e all’estero. Molte innovazioni tecnologiche per ambienti di lavoro più salubri sono diventate un potente motore economico ed esportazioni di successo per i produttori europei.
2040
Nel 2040, i lavoratori hanno buone possibilità di partecipare alla strutturazione dei loro ambienti di lavoro. Sia la partecipazione collettiva che quella individuale sono incoraggiate. In generale, i rapporti di lavoro sono diventati più cooperativi e basati sulla collaborazione.
Gli interessi divergenti vengono affrontati attraverso un quadro giuridico equo, un forte dialogo sociale e forme istituzionalizzate per trovare un compromesso equilibrato a un livello appropriato. Le condizioni di lavoro in Europa sono molto migliori di quanto non fossero venti anni fa. La società e la politica sono diventate molto più inclusive. Anche se alcuni commentatori a volte si lamentano del “feticismo della sostenibilità” o del “sempre presente salutismo”, la sensazione dominante è che abbiamo compiuto per molti aspetti una grande trasformazione.