Il presidente della Giunta regionale, Stefano Bonaccini, è intervenuto in Assemblea legislativa, a chiusura del dibattito consiliare dopo la comunicazione sulle iniziative intraprese e le attività in corso nei territori colpiti dall’alluvione ribadendo che “non chiediamo un euro in più del dovuto, ma non arretreremo fino a quando la ricostruzione non sarà completata, non come prima ma meglio di prima. E fino a quando i rimborsi non saranno garantiti al cento per cento. Lavori che sono stati aperti dalla vicepresidente con delega alla Protezione civile, Irene Priolo, che ha fornito dati e numeri su quanto accaduto. Di seguito, l’intervento del commissario straordinario alla ricostruzione, Francesco Paolo Figliuolo, e quelli dei consiglieri regionali. “Non posso che ringraziare il generale Figliuolo per quanto sta facendo per noi – ha precisato Bonaccini, ribadendo la piena e proficua collaborazione con il commissario e la sua struttura-. Non è così con il Governo: ci siamo affidati alle sue promesse ma, a oggi, le risorse necessarie ancora non ci sono”.
Gli sforzi della regione
Il presidente ha ripercorso le tappe, all’indomani dell’alluvione: la richiesta, da Palazzo Chigi, di una ricognizione e quantificazione dei danni, prodotta dalla Regione “in tempo record”; le stime dei danni contestate, la questione della nomina a commissario straordinario (“abbiamo perso mesi”), lo slittamento dell’avvio di tanti cantieri. La richiesta, da parte della Regione, dell’introduzione del credito d’imposta per risollevare le zone colpite dall’alluvione, arrivato con sei mesi di ritardo. E di inserire i beni mobili tra quelli rimborsabili, “perché in un terremoto sono i beni immobili a essere distrutti, in un’alluvione quelli mobili”. “È chiaro che non possiamo ricostruire tutto come prima. Perché quel che c’era non basta più a garantire la sicurezza né a monte né a valle, né ai cittadini, né alle imprese. La scala degli eventi che stiamo vedendo, inedita, richiede un adattamento di sistema, oltre che misure incisive per il contrasto del cambiamento climatico. Significa che dopo le somme urgenze e gli interventi urgenti, saranno indispensabili veri e propri piani di riadattamento generale e strutturale per la messa in sicurezza dei versanti, per le infrastrutture della mobilità, per i bacini idraulici, per le comunità e le attività economiche”, ha proseguito Bonaccini.