In occasione del Forum internazionale del turismo, in corso di svolgimento a Baveno sul Lago Maggiore, Confcommercio ha pubblicato una ricerca denominata “Turismo delle Radici”, un approfondimento sui fenomeni migratori che hanno caratterizzato la storia italiana e hanno portato a una diffusa presenza di italiani e di discendenti da emigrati italiani in tutto il globo. Le comunità italiane nel mondo sono cresciute e si sono evolute nel tempo e oggi si stima che ci possano essere milioni di persone con origini italiane che vivono fuori dai confini del Paese. Un imponente insieme di individui che mantengono un legame più o meno forte con il nostro Paese e che rappresentano uno straordinario target dal punto di vista turistico. Per questo motivo, l’attenzione verso il turismo delle radici è crescente e si sta evolvendo in modo significativo anche grazie agli studi portati avanti da ENIT e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Fino a 260 milioni di italiani
L’ analisi di Confcommercio, coordinata dall’Istituto di Ricerca Swg, Italyrooting consulting e l’Università di Milano Bicocca, intende contribuire allo studio di un fenomeno complesso e articolato che ha un potenziale economico e di sviluppo enorme. Il 2024 “Anno delle radici italiane” accende i riflettori su una comunità e quindi su una domanda potenziale, di dimensioni sorprendenti. Sulla base di autorevoli stime, Confcommercio rileva: “Si va dai poco più di 6 milioni di concittadini residenti all’estero, che diventano fino a 80 milioni con i discendenti e oriundi Italiani fino a 260 milioni se identifichiamo anche gli affini con legami parentali, chi comunque parla la nostra lingua o chi è particolarmente vicino alla cultura italiana”.
Clamorosi influencer
Nella ricerca si evidenzia: “Le nostre comunità all’estero spiccano per essere delle grandi promotrici naturali del Paese: l’87%, al rientro dal viaggio in Italia, consiglia caldamente le nostre destinazioni a parenti, amici e conoscenti”. Secondo Confcommercio “Sono clamorosi influencer: il 61% di chi è venuto nel nostro Paese lo ha fatto 3 volte o più nella sua vita e un ulteriore 27% è venuto due volte”. Anche chi arriva da oltre Oceano mette l’Italia al centro del proprio viaggio, infatti, “6 su 10 visitano solo il nostro Paese, mentre altri 3 visitano sì Paesi vicini ma in modo residuale”. Secondo questo approfondimento, i turisti “impiegano il 55% del tempo del viaggio a vedere l’Italia nel suo complesso, non solo le terre di origine, cui dedicano il restante 45%. Alloggiano prevalentemente in alberghi e strutture turistico ricettive, pur riservando attenzione anche all’ospitalità presso parenti. Fanno registrare valori di spesa decisamente alti: in media 3.100 euro a persona per viaggi di durata almeno di 2 settimane, spesso anche di 3 o 4”.
Lo studio
Lo studio contiene tre livelli di approfondimento sul turismo delle radici: una stima quantitativa del fenomeno e della sua rilevanza economica, una ricerca demoscopica su turisti attuali e potenziali e un’indagine qualitativa, queste ultime due realizzate con interviste a italodiscendenti in Australia, Argentina, Brasile, Canada, Francia, Germania, UK e USA. Da questi approfondimenti ne emergono elementi utili per supportare i territori e le categorie degli operatori del turismo, ma anche del commercio, della cultura, dei trasporti, dell’artigianato, a realizzare nuovi “prodotti” turistici e correlati, capaci di attrarre in maniera specifica questo enorme mercato di riferimento, ma anche a rendere più attraente l’offerta per il turismo esperienziale che muove oggi la maggior parte dei mercati, a partire da quelli maturi, come l’Europa e il Nord America.
Un legame con il Made in Italy
Per Confcommercio, ciò che rende particolarmente apprezzabili i turisti delle radici, “oltre al fatto che si considerano Italiani come noi, è che al rientro portano con sé e fanno conoscere, le produzioni più eccellenti del nostro Made in Italy: enogastronomia, abbigliamento, artigianato, calzature, gioielli e libri. Un legame con l’Italia che, partendo certamente dalla curiosità e amore per la propria storia familiare, si estende a valori comuni a molti altri viaggiatori: la bellezza e la fama dell’Italia nel mondo, la sua cucina, di cui vogliono apprendere il più possibile tutti i segreti, la sua lingua, che vogliono imparare e perfezionare a tutti i costi anche con corsi dedicati durante il soggiorno e la cultura del nostro Paese”. Confcommercio accompagnerà il 2024 con una serie di iniziative, soprattutto a livello locale, dedicate a tutti gli operatori e professionisti che al turismo delle radici vorranno avvicinarsi prendendo parte attiva a progetti di sviluppo delle destinazioni.