Il progetto di Esperienza Italia guidato dal suo Presidente Andrea Torracca, è un’iniziativa strategica per affrontare il problema critico dell’immigrazione clandestina in Italia e favorire lo sviluppo e la crescita nell’area del Sahel. In questa intervista spiega perché.
Presidente Torracca qual è la sua visione della centralità dell’Africa e in particolare del Sahel?
In Africa si giocherà il nuovo scenario internazionale. In passato abbiamo già visto il fallimento delle formule degli inglesi con il Commonwealth, e del colonialismo dei francesi. Una delle aree dove porre maggior attenzione sta nella fascia del Sahel, la linea “fertile“ a sud del deserto del Sahara, dove sarà fondamentale sviluppare progetti concreti rendendoci protagonisti dello sviluppo dell’intera area. Lo sviluppo africano è al centro della partita geopolitica presente e futura, in quanto territorio ricco di risorse rare, necessarie per tutte le nuove tecnologie: “come le macchine elettriche, i computer, i telefoni cellulari, i televisori, elettrodomestici e molto altro, o come nel caso del Congo che possiede il 70% del cobalto mondiale, o del litio per altri Paesi, risorsa assai presente nel continente. Senza dimenticare che in tutti i paesi dell’Africa occidentale, a cominciare dal Senegal, si stanno scoprendo importanti giacimenti di gas e petrolio.”
Tenendo conto anche dei problemi dell’immigrazione irregolare qual è l’approccio nuovo di Esperienza Italia verso questi Paesi?
La fascia del Sahel è anche però il punto di partenza di tutta l’immigrazione clandestina, di quei giovani che senza speranza auspicano di poter trovare dignità e lavoro nelle terre europee, non riuscendo a farlo nel proprio paese: “Il fenomeno della migrazione è dovuto ad uno squilibrio fra l’alto tasso di natalità e la crescita economica. Il grande numero di giovani – considerato che il 75% della popolazione Africana ha fra i 20 e i 30 anni – non riscontra uno sviluppo adeguato nel Paese, in grado di poter offrire posti di lavoro ed una vita normale.
Ma qual è dunque la soluzione per poter sconfiggere il problema del sovrappopolamento?
Bisogna incentivare le economie locali come l’agricoltura e la pesca.L’Africa possiede quattro volte la superficie agricola dell’Europa. Oltre a quelle presenti è possibile incentivarne di nuove come le attualissime energie rinnovabili solari, eoliche, idroelettriche, e la trasformazione dei rifiuti (altra grande piaga del continente) in energia pulita. Lo sviluppo africano deve essere una crescita effettiva rivolta all’Africa stessa, non mirata allo sfruttamento e alla depredazione delle risorse come è stato in passato.Attraverso quindi un concreto e serio investimento economico sul territorio, saremmo in grado di incentivare e sviluppare l’economia locale, creando così posti di lavoro e facendo sì che le popolazioni non sentano il bisogno di emigrare. Esperienza Italia sta muovendo in tal senso una precisa strategia che punta a sconfiggere l’ipocrisia e la contraddizione per cui ad esempio il riso, alimento primario dell’alimentazione di quasi tutte le Nazioni africane, viene importato in ingenti quantità nonostante vi sia la possibilità di coltivarlo in loco. Il Senegal infatti, risulta tra i primi consumatori ma anche tra i primi importatori. Solo l’anno scorso ne ha importato più di un milione e duecentomila tonnellate, tra l’altro di pessima qualità e per colpa del conflitto russo-ucraino a prezzi folli, arrivando a pagarlo anche 500€ a tonnellata.
Un capitolo particolare è quello della formazione
Investimenti agricoli, esperienza del know – how italiano e formazione. Fondamentale, per Torracca, investire anche in campus e scuole formative in loco: “Esperienza italia oltre aver già un accordo con una delle più importanti aziende di formazione professionale in Senegal come la Ica ( https://ica.edu.sn ), sarà promotrice dell’apertura di tre Università del Made In Italy con ‘UniIta’, il campus delle arti e dei mestieri.”
Nel settore delle energie rinnovabili si possono realizzare piani di sviluppo nel Sahel?E’ un tema fondamentale previsto dal piano dell’Associazione quello dello sviluppo del settore delle energie rinnovabili: Vogliamo portare conoscenze e tecnologie che riguardano l’energia rinnovabile ed expertise per lo sfruttamento dei rifiuti plastici come fonte di energia. Sia in Senegal che in Ghana sono presenti grandissime discariche. Moltissime realtà indirizzano i loro rifiuti in questi paesi, e dobbiamo attivarci tempestivamente per trasformare tutto ciò in una risorsa: ad esempio la plastica, che attualmente costituisce un problema ecologico immenso, ha il potenziale di diventare una preziosa risorsa energetica.
In conclusione si può puntare cosa dovrebbe ispirare il Piano Mattei?
Serve un Piano Mattei che sappia guardare lontano e che dia sicurezza e sostegno alle aziende che decideranno di investire in questa zona strategica. Puntare sulla crescita e sull’autonomia dell’ Africa, costituirà l’unica vera soluzione all’immigrazione clandestina ed un biglietto in prima classe per sedersi al tavolo dei grandi.