La morte di Armita Geravand, la sedicenne iraniana che è rimasta in coma per 28 giorni dopo un presunto alterco con la polizia morale, ha suscitato indignazione in patria e all’estero. Gli attivisti per i diritti umani hanno accusato gli agenti di aver aggredito la ragazza perché non indossava l’hijab, un velo che è obbligatorio per le donne in Iran. Le autorità, al contrario, hanno insistito sul fatto che la ragazza fosse svenuta per un motivo sconosciuto. La morte di Armita ha evocato ricordi del caso di Mahsa Amini, una giovane donna che è morta in custodia nel settembre 2022 dopo essere stata detenuta dalla polizia morale per aver presumibilmente indossato l’hijab in modo improprio. Le proteste antigovernative, ancora in corso, sono scoppiate in tutto il Paese quando Amini è morto dopo tre giorni di coma.