Per quasi tre anni, Tonya Jones ha sostenuto un colloquio di lavoro dopo l’altro. È stata ignorata in quanto le posizioni e le offerte venivano annullate nel momento in cui i controlli dei precedenti rivelavano una condanna per frode di buoni alimentari sulla sua fedina penale. È stata rimossa dall’incarico di autista per Lyft e, nonostante i suoi anni di esperienza nel settore finanziario e le numerose opportunità di lavoro disponibili, la sua principale fonte di reddito, fino a poco tempo fa, era la consegna di cibo per DoorDash nell’area di Cleveland. “Quando provavo a fare domanda per lavorare era come se mi sbattessi da sola la porta in faccia – ha raccontato, negando di aver infranto la legge -. Con quell’accusa nessuno mi offre una possibilità. È così emotivamente faticoso”. Tonya sta lottando per rimuovere la condanna dalla sua fedina penale.
Trovare lavoro
In un’economia con un tasso di disoccupazione storicamente basso e milioni di posti di lavoro vacanti, ci sono molte persone con precedenti penali che continuano a lottare per trovare una occupazione. Mentre i datori di lavoro sembrano più disposti ad assumere personale con precedenti penali, permane un groviglio di ostacoli per quelli che cercano un impiego stabile. “C’è il pro e il contro – ha affermato Christopher Watler, Vicepresidente esecutivo del Center for Employment Opportunities, un’organizzazione no-profit che fornisce lavoro e formazione a persone che sono state incarcerate -. Il pro è che le aziende ora parlano apertamente di assunzioni di seconda opportunità. Allo stesso tempo, permangono enormi barriere. Dobbiamo affrontarle perché queste persone vogliono lavorare”.