Un colpo di scena positivo che rinfranca alcuni settori della produzione agricola nazionale, in particolare quello della vitivinicoltura. Nessun prodotto italiano, infatti, sarà penalizzato dalla revisione delle liste di merci Ue colpite dai dazi Usa. Fuori dai rincari dei dazi ci sono alcuni dei più prodotti del Made in Italy che più incontrano il favore dei consumatori a livello internazionale. Si salvano dalle tariffe olio, pasta e vino che nelle scorse settimane avevano tremato. Quindi per ora una tregua, ma le prospettive rimangono incerte.
Si tira un sospiro di sollievo per almeno per 180 giorni, termine entro il quale il governo americano potrà nuovamente rimescolare le carte sui dazi. Così si tornerà di nuovo in ansia e nel contempo sarà una altalena di ipotesi, interpretazioni e mediazioni politiche, diplomatiche e commerciali. “Il problema dei dazi non si risolve certo con la decisione di oggi”, afferma Paolo Castelletti segretario generale di UIV (Unione Italiana Vini) , “e continuerà a occupare la nostra agenda politica delle prossime settimane.
I dazi sono ancora in vigore per una parte molto sensibile dell’agrifood italiano, così come resta penalizzata la maggior parte del vino europeo. Il fatto che l’agricoltura e il nostro settore paghino una disputa sul settore aerospaziale che sta portando perdite di business e investimenti nel mondo del vino, è estremamente preoccupante e genera incertezza anche per le aziende di quei settori, come il vino italiano, che al momento non sono toccati dalle tariffe”. Da qui la necessità di proseguire nel dialogo con il governo del presidente Trump per incoraggiare un processo di distensione delle relazioni transatlantiche. Sul tavolo non ci sono solo le produzioni agroalimentari, ma altri settori in particolare quelli tecnologici sui quali la sfida sui dazi tra Usa ed Europa potrebbe avvitarsi e creare nuovi problemi alla filiera del Made In Italy.
L’Unione Italiana Vini si appella, in primis alla Commissione Europea affinché “trovi un accordo nel brevissimo periodo con gli Stati Uniti per risolvere la questione Airbus”, continua Castelletti, “ma chiediamo anche ai governi dell’UE e degli Stati Uniti di costruire un’agenda positiva sul commercio, aprendo ulteriormente l’accesso ai rispettivi mercati per il settore vitivinicolo e rimuovendo tutte le tariffe sul vino, nella logica del principio “zero for zero”.