I nostri sistemi alimentari sono responsabili fino al 37% delle emissioni mondiali di gas a effetto serra e sono intensivi in termini di consumo di acqua. Per questo motivo, dopo la Gran Bretagna, prende il via – anche in Italia – la sperimentazione del progetto europeo SU-Eatable Life.
Quattro aziende e tre università, tra il nostro Paese e il Regno Unito, promuoveranno menù sani e sostenibili, al fine di ridurre emissioni di CO2 e l’uso di acqua connessi alla produzione e al consumo di cibo. Saranno coinvolte 2.200 persone in media ogni giorno in Italia (3.150 in totale comprese quelle in UK).
La Fondazione Barilla è capofila dell’iniziativa. Al progetto collaborano i partner greenApes, Benefit Corporation che fornisce la piattaforma digitale usata per ingaggiare gli utenti nelle mense, la Wageningen University, responsabile insieme a Fondazione Barilla dell’elaborazione dei dati raccolti, e la Sustainable Restaurant Association, partner che supporta lo sviluppo dell’iniziativa in UK.
Dopo essere partita a gennaio in Gran Bretagna dunque ora è la volta dell’Italia, dove l’Università di Parma, il Gruppo Barilla (nello stabilimento di Novara) e Ducati Motor Holding daranno il via al progetto. Una dieta sana e sostenibile è basata su pasti che risultino completi in termini nutrizionali, con una prevalenza di prodotti di origine vegetale (verdura, legumi e frutta) e cereali (farro, orzo, riso) o loro derivati (pasta, pane, couscous, polenta), meglio se integrali, privilegiando le materie prime di stagione.
In una dieta sana e sostenibile nessuna fonte nutrizionale viene eliminata completamente, ma queste vengono bilanciate durante la settimana limitando la frequenza degli ingredienti – come la carne rossa – meno vantaggiosi per salute e ambiente, a favore di quelli più sostenibili come ad esempio legumi, pesce e carni bianche. (Italpress)