Acque sempre agitate nella maggioranza, dove Italia Viva, il partito di Renzi, mantiene intatta la sua contrarietà al modello di prescrizione nei processi penali, anche nelle ipotesi di modifiche, quali quelle proposte dal Deputato Conte di LEU.
I due Ministri di IV, per marcare la loro permanente riserva, non saranno oggi presenti alla riunione governativa che affronterà il tema della riforma del processo penale, mentre sembra ormai scontato che le modifiche alla prescrizione saranno affidate a uno specifico disegno di legge, per ora allo studio.
In questo contesto molto fluido, Zingaretti ed altri esponenti del Partito democratico, si distinguono per una polemica animosa nei confronti dei renziani accusati di sfascismo e di convivenza con la destra.
Accuse, queste, che ricordano anche nel linguaggio il tempo delle scomuniche del vecchio PC nei confronti dei dissidenti e alle quali Renzi replica imputando ai suoi ex sodali del Pd di avere abbandonato di tradizioni e contenuti del riformismo, per fare invece propri, sperando di omologarlo, i temi cari al Movimento cinque stelle.
Fa ancora parlare poi la decisione del Senato di ieri di autorizzare la magistratura a processare Salvini, quale ex Ministro dell’Interno, per i ritardi nell’accoglienza ai profughi raccolti dalla “Gregoretti”, una nostra nave militare.
Non è stata una pagina esaltante per restituzioni parlamentari perché la valutazione è stata fortemente condizionata da ragioni politiche.
Salvini si è difeso chiedendo egli stesso se il processo possa svolgersi: una carta, questa, che gli consentirà di puntare ad un risultato importante nelle elezioni prossime per importanti Regioni.
Una carta che potrà giocare sia accogliendo l’atteggiamento apertamente strumentale dei pentastellati che avevano invece solidarizzato con lui, per questo e per altri episodi analoghi, nell’anno del governo giallo-verde, sia trovando la solidarietà dei garantisti che ieri, per voce di Casini, hanno rammentato il rischio di una crescente strumentalizzazione del ricorso alla magistratura per sciogliere i nodi che dovrebbero essere solo affidati al confronto politico e al giudizio degli elettori.