La Corte Suprema del Giappone ha stabilito che limitare l’uso dei servizi igienici ad una donna transgender sul posto di lavoro è “inaccettabile”. Una decisione che potrebbe aiutare a promuovere i diritti LGBT nell’unica nazione del Gruppo dei Sette senza protezione legale per le unioni dello stesso sesso. La sentenza, la prima della più alta corte giapponese sull’ambiente di lavoro per le persone LGBT, arriva sulla scia di una serie di sentenze dei tribunali regionali per lo più positive sul matrimonio tra persone dello stesso sesso e dopo l’approvazione di una legge per promuovere la comprensione della comunità LGBT. Un funzionario del ministero dell’Economia, nato maschio, ha fatto causa perché le era stato permesso di usare solo i bagni delle donne a diversi piani di distanza dal suo ufficio, invece di quelli più vicini. Un tribunale distrettuale di Tokyo ha stabilito nel 2019 che queste restrizioni erano illegali, ma la decisione è stata annullata nel 2021 dall’Alta corte di Tokyo. In Giappone, le persone transgender possono cambiare legalmente il proprio sesso nel registro di famiglia solo se hanno subito un intervento chirurgico di riassegnazione di genere. La donna in tribunale non è stata in grado di farlo per motivi di salute, hanno detto i media. “Esamineremo attentamente la sentenza e adotteremo le misure appropriate dopo aver consultato i ministeri e le agenzie competenti”, ha affermato il ministero in una nota, aggiungendo che continuerà a compiere sforzi per rispettare la diversità del suo personale.