C’è ansia nelle zone rurali del Texas settentrionale. Le caffetterie e i condomini del centro di Dallas svaniscono in distese di terra con bestiame e case unifamiliari circondate dal verde ad Allen. Si tratta della prateria nativa della Blackland Prairie e del corso base di sopravvivenza nella natura selvaggia della Texas Survival School. Le persone hanno reazioni contrastanti sul campeggio, l’accendere un fuoco, navigare sulla terraferma, fornire il primo soccorso “deserto”, imparare la sicurezza dell’acqua e altro ancora. Per molti è bello ed eccitante, per altri “è roba da bianchi!” Non bisogna rimanere sorpresi dal fatto che la maggior parte delle due dozzine di partecipanti (un mix di adulti e bambini) siano bianchi. Solo quattro ragazzi sono di colore nella classe, inclusi tre uomini ed un istruttore. L’unica donna nera coglieva sguardi curiosi dai partecipanti. L’equipaggiamento viene acquistato per la classe: un telo per ripararsi, un’asta di ferro per accendere il fuoco, un coltello e molti altri oggetti sconosciuti a molti iscritti. La maggior parte dei ragazzi trascorre la prima notte a lottare per montare la tenda chiedendosi: “In cosa mi sono cacciato?” Partecipare a questo corso sulla natura selvaggia sembra un’estensione naturale per amanti della vita all’aria aperta. Tuttavia, la comunione profonda con la natura porta a vedere le cose in maniera diversa ed a non considerarla davvero una “cosa bianca”. Non solo la cultura di colore vanta una ricca storia con la natura, ma gli afroamericani in tutto il paese stanno reclamando la vita all’aria aperta formando le proprie comunità di appassionati della natura.