Secondo i dati Eurostat i giovani tra i 15 e i 34 anni che non studiano né lavorano (i cosiddetti Neet) sono circa 3 milioni solo in Italia ma investendo sulla formazione nel turismo e nel settore culturale questa enorme platea potrebbe ridursi di quasi un terzo riportando il nostro Paese fuori da questo triste primato e garantendo la creazione di circa 700 mila nuovi posti di lavoro. “In Italia ci sono 3.400 musei, 2.100 parchi archeologici, 43 siti Unesco: questo è il più vasto patrimonio artistico/culturale al mondo e appartiene a noi. E potrebbe portare oltre 700 mila nuovi posti di lavoro”, spiega Salvatore Messina, rettore dell’Università di Studi Europei Jean Monnet di Gorazde. “La cultura e il turismo, da soli, potrebbero essere un’efficace spinta economica capace di creare lavoro, parliamo di ben oltre 700 mila posti, un’occasione per contrastare la disoccupazione dei giovani al sud, dove si registra un tasso tra i peggiori a livello internazionale. Ma è anche una sfida complessa, per questo va costruita una rete internazionale tra università, istituzioni e siti culturali, e serve rinnovare profondamente i processi e i meccanismi che regolano questi ambiti, compresa la Pubblica Amministrazione”, aggiunge il rettore. “Riguardo al turismo anche qui sembra che i giovani vengano esclusi sia dalle politiche pubbliche che dagli operatori privati. Eppure, i dati dell’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite stimano che i viaggiatori compresi tra i 15 ed i 29 anni, già nel 2015, rappresentassero il 23% dell’intero movimento turistico mondiale, un mercato che nel 2017 era capace di generare a livello globale un fatturato di oltre 250 miliardi”, ha concluso.