La disoccupazione giovanile rappresenta un problema persistente nell’Unione Europea. Secondo il recente Rapporto Eurostat, la situazione occupazionale resta preoccupante soprattutto nel Sud del Continente,
compresa l’Italia, ma non solo. Italia, Spagna e Grecia presentano tassi di disoccupazione giovanile significativamente più elevati rispetto alla media europea, con prospettive negative per il futuro dei giovani che si trovano ad affrontare una difficile transizione verso il mondo del lavoro. Grecia e Spagna, entrambe con cifre superiori al 20% (rispettivamente 24,3% e 22,4%), terzo posto per l’Italia con il 18%, ma è elevato anche il dato svedese (17%), che spicca in questo senso tra i Paesi del nord Europa. In 13 stati membri, invece, la quota si attesta sotto il 10%. Particolarmente bassa anche nella Repubblica Ceca (4,2%), Germania (5%) e Malta (5,9%).
Incertezze economiche, disoccupazione, Covid ma anche divario tra formazione e competenze professionali
Diverse le ragioni che contribuiscono in modo negativo alla diffusa disoccupazione giovanile nel Sud dell’Europa, quali la mancanza di opportunità lavorative, l’instabilità economica e il divario tra la formazione scolastica e le esigenze del mercato del lavoro.
Per non parlare della crisi economica del 2008 che ha lasciato cicatrici profonde in queste regioni e la pandemia che avuto un forte impatto su tutti i lavoratori: molti hanno perso il proprio impiego, finendo in disoccupazione o anche nell’inattività. In Italia il tasso di disoccupazione tra le persone con meno di 25 anni è stato costantemente superiore alla media europea negli ultimi 3 anni, anche perché i giovanissimi, duramente colpiti dagli effetti del Covid, si sono chiusi fisicamente e mentalmente in uno stato di passività.
Servono politiche attive per i giovani
Ad oggi, le soluzioni possibili per affrontare l’attuale crisi lavorativa richiedono un impegno concertato da parte dei Governi, delle istituzioni e delle comunità locali, investendo nell’istruzione e nella formazione professionale, per garantire ai giovani le competenze richieste dal mercato del lavoro moderno e promuovendo politiche attive del lavoro, incoraggiando l’imprenditorialità giovanile e agevolando
l’accesso al credito a chi intende avviare una propria attività. La collaborazione tra i settori pubblico e privato può svolgere un ruolo fondamentale nel creare opportunità occupazionali con programmi di apprendistato, incentivi fiscali per le imprese che assumono giovani lavoratori e programmi di supporto all’imprenditorialità.