Neocostituito dalla rappresentanza di una dozzina di associazioni, in Marocco nasce il Collettivo per la Legislazione Egualitaria (CLE) che ha l’obiettivo di difendere i diritti delle donne. Il CLE è formato da Nouzha Skalli, coordinatrice del comitato direttivo, Rachida Tahiri, segretaria generale di Awales Houriates e membro del comitato ristretto, Nidal Azhary, direttrice esecutiva della Free Feminist Union, Narjis Benazzou, presidente del collettivo 490, e Mohamed Kilito co-fondatore del movimento Diha Frassek,. Il primo passo è stato quello di effettuare, con l’ausilio delle esperte di UN Women, un’analisi di genere dei principali testi giuridici e istituzionali. E per sensibilizzare quante più persone possibile è stata lanciata una campagna di comunicazione. Il Collettivo, al di là dei dibattiti sulla necessaria riforma della Moudawana (legge sul diritto di famiglia), ritiene che la lotta alla discriminazione e alla disuguaglianza tra uomini e donne sia al centro della lotta per la democrazia. La posta in gioco è reale quando risulta che il 50% della popolazione marocchina è preoccupata riguardo questo tema. È stato notato chiaramente che a livello globale che sono trascorsi più di quattro decenni dall’adozione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite della Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro i diritti delle donne, e nonostante i progressi compiuti in tutto il mondo, nessun Paese è ancora riuscito a raggiungere la parità di genere. Il rapporto delle Nazioni Unite cade come una mannaia. “Le donne continuano a lavorare di più, a guadagnare di meno e a subire molteplici forme di discriminazione e violenza sia nel loro spazio privato che nei luoghi pubblici e siamo lontani dalla condivisione paritaria del potere economico e politico”. In direzione del Marocco, gli esperti hanno sottolineato che “si sono compiuti progressi significativi in termini di parità di genere, promozione e tutela dei diritti delle donne, ma sono ancora insufficienti”. È in questo senso che i membri del CLE difendono i diritti delle donne in termini di uguaglianza e parità che bandiscono la violenza sapendo che il Regno è impegnato nell’armonizzazione delle leggi con la Costituzione e le convenzioni internazionali che ha ratificato. Ed è tenendo conto di questo ambiente ancora disseminato di disfunzioni che il CLE ha analizzato i principali testi giuridici e istituzionali del Marocco. Questo lavoro dovrebbe servire come difesa di leggi e pratiche egualitarie. E ad accompagnare il rapporto che sarà distribuito all’Esecutivo, alle due Camere del Parlamento, ai partiti politici, alle istituzioni costituzionali e alla società civile, sarà trasmessa una campagna di comunicazione su larga scala per sensibilizzare sul tema più cittadini possibile.