Il CRS4, Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna, ha depositato a livello internazionale il marchio del software denominato “Qcra” (Quantum Computing Run Assistant), in grado di semplificare l’utilizzo di codici quantistici multipiattaforma, l’analisi e la comparazione dei risultati ottenuti su elaboratori basati su differenti tecnologie come superconduttori, ioni intrappolati, atomi neutri e simulatori.
Il software può lanciare codici quantistici con una interfaccia unica, modulare e adattabile, su simulatori e computer quantistici disponibili in loco oltre che su piattaforme geograficamente distribuite, semplificando così il lavoro dei programmatori che solitamente si confrontano con linguaggi e risorse di calcolo molto diversi tra loro. Inoltre, questo software esegue una raccolta avanzata di parametri che consentono all’utilizzatore di valutare l’attendibilità del risultato prodotto e scegliere conseguentemente la risorsa computazionale più idonea per il problema scientifico-tecnologico trattato.
Giacomo Cao, amministratore unico del Centro CRS4, ha spiegato: “Un computer quantistico sfrutta alcune delle proprietà uniche della fisica quantistica e consente di risolvere problemi estremamente complessi anche per gli attuali super computer in campi quali intelligenza artificiale, sicurezza informatica, ricerca su nuovi materiali e farmaci innovativi, genomica e proteomica.
Il CRS4, attraverso il deposito di questo marchio che ne tutela la proprietà intellettuale, punta al continuo miglioramento delle prestazioni degli algoritmi che sviluppa, in termini non solo di operazioni eseguite nel minor tempo possibile, ma anche alla qualità del risultato. Auspichiamo conseguentemente di poter disporre nel più breve tempo possibile di una macchina quantistica allo stato dell’arte che ci permetterebbe di diventare uno dei Centri più performanti a livello internazionale su questa tematica”.
Il gruppo di lavoro che si è occupa di queste attività è formato dalla dirigente Lidia Leoni, dal tecnologo Carlo Podda e dai ricercatori Giuliana Siddi, Erminia Leonardi e Lorenzo Pisani.