Un tempo i governi si facevano belli promettendo di creare 1 milione di posti di lavoro. Che poi restavano sulla carta. Ora i governi dovrebbero promettere di trovare 1 milione di lavoratori senza i quali la ricchezza del Paese non potrà crescere come auspicato. Incredibile.
Stando ai dati del Ministro Calderone ci sono circa 1.200 mila posti di lavoro che non si riescono a coprire. Eppure a Gennaio il tasso di disoccupazione era del 7,8%.
I disoccupati totali circa 2 milioni mentre gli inattivi tra i 15 e i 64 anni 12 milioni 595 mila. Un esercito a braccia conserte mentre si distribuiscono miliardi di sussidi a chi non lavora, mentre si dice che gli immigrati rubano il lavoro agli italiani e nel frattempo settori strategici come la ristorazione, il turismo, l’agricoltura, l’artigianato e anche comparti importanti dell’industria.
In pratica, se dei 2 milioni di disoccupati 1 milione e 200 mila andassero a ricoprire i post vacanti, l’Italia potrebbe avvicinarsi ad un regime di quasi piena occupazione. Un miracolo.
Perché la domanda e l’offerta di lavoro no si incrociano? I motivi sono vari e nessun governo ha mai preso di petto questo problema che non si risolve con dichiarazioni ad effetto. Ci sono lavori che gli italiani non vogliono fare e allora chi li fa se non gli immigrati? Ci sono lavori per i quali i nostri lavoratori non sono preparati. E allora servono corsi di formazione e di aggiornamento continuo. C’è uno scollamento tra scuole e università da una parte e mondo produttivo dall’altro. In nome della libertà accademica -che è una cosa serissima- si producono percorsi di studi distaccati dalla realtà. Insomma i governi avrebbero un bel daffare se volessero affrontare questi problemi. Ci vuole tempo? Certo ma se non si comincia mai… E niente di meglio sarebbe avviare all’inizio di una legislatura un programma che nell’arco di 5 anni rivolti completamente la schizofrenia di un Paese che crea insieme lavoro e disoccupati.