Oltre 300 sono i neonati che nel nostro Paese presentano ogni anno la cataratta congenita. Si tratta di una malattia che si manifesta con un’opacità del cristallino presente alla nascita o poco dopo la nascita. La diagnosi è clinica e talvolta mediante imaging. La terapia consiste nell’asportazione chirurgica della cataratta.
La diagnosi viene sospettata durante la visita oculistica di routine alla nascita o addirittura prima della nascita attraverso una ecografia morfologica, ed ancora durante le visite di routine del bambino sano se il riflesso rosso è anomalo e/o il disco ottico è oscurato all’oftalmoscopia. I bambini con questi risultati devono sempre essere valutati urgentemente da un oftalmologo poiché le cataratte congenite unilaterali devono essere rimosse chirurgicamente entro le prime 4-8 settimane di vita sia è per cataratta bilaterale sia monolaterale. L’oftalmologo esegue un esame oculare in midriasi ed eventualmente un’ecografia dell’occhio per confermare la diagnosi di cataratta e assicurarsi che non sia presente nessun altro problema strutturale.
Michele Fortunato, specialista oftalmologo a Roma, con un’esperienza quasi quarantennale di chirurgo oftalmologo pediatrico in un noto nosocomio per bambini, ha descritto la sua esperienza professionale, durante la quale sono stati effettuati oltre 2000 impianti in 33 anni, in un interessante monografia “Chirurgia moderna della cataratta in età pediatrica”, pubblicata qualche settimana fa, per la quale l’autore si è impegnato a devolverne i proventi in beneficenza.
“Nel corso della mia attività, ho avuto modo di studiare, capire e confermare le potenzialità delle IOL, le Lenti Intraoculari pseudoaccomodative nel ripristinare l’accomodazione persa per l’asportazione del cristallino utlizzando sia quelle bifocali sia le multifocali, prodotte e impiantate prevalentemente negli adulti e in piccoli pazienti la cui età variava dalle 4 settimane ai 14 anni di vita, ha precisato Fortunato, fondatore e presidente dell’Associazione Oculisti pediatri e Pediatri (AIOPP).
Come è risaputo l’asportazione del cristallino produce l’immediata perdita dell’accomodazione. Tale circostanza è meno grave in pazienti adulti, già carenti in varia misura di attività accomodativa, ma diventa tuttavia molto deleteria nei bambini dove l’attività accomodativa è essenziale per lo sviluppo visivo.
Per questa ragione accolsi favorevolmente la presentazione delle prime IOL P 3M e chiesi al Prof. Vadalà, mio primario al Bambino Gesù di Roma, di poterle cominciarle ad impiantare in pazienti adulti. Dopo averne impiantate un nutrito numero e averne constatato l’efficacia negli adulti, cominciai ad impiantare IOL pseudoaccomodative anche nei bambini, ricevendo favorevoli consensi già nel 1989.”
Raccontando le varie fasi della ricerca sul campo, attraverso delle modifiche anche tecniche, suggerite alle aziende produttrici di IOL, Michele Fortunato, in virtù dell’esperienza maturata disegnò sia un cristallino multifocale prodotto da una ditta elvetica che un altro da una ditta italiana.