sabato, 16 Novembre, 2024
Ambiente

Agroalimentare: dal Crea contributo a strategia risparmio idrico

È stata presentata a Roma dalla ministra alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Teresa Bellanova, la Stragegia Nazionale Mipaaf per il risparmio idrico e la lotta al dissesto idrogeologico. Si tratta, per il settore dell’irrigazione, di numerosi investimenti, sia in atto che programmati, finalizzati alla realizzazione di infrastrutture strategiche.

In questo contesto il CREA, con il suo Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia, fornisce un importante contributo, grazie a due Accordi di Cooperazione con il Mipaaf per l’assistenza tecnica ai Programmi di investimento in atto (Programma di sviluppo rurale nazionale e Piano Operativo Agricoltura – FSC), mirati allo sviluppo e alla gestione di adeguati strumenti informatici di supporto, quali il SIGRIAN (Sistema Informativo nazionale per la gestione della risorsa idrica in agricoltura, database nazionale unico di riferimento per la raccolta dati e informazioni sull’uso irriguo dell’acqua a scala nazionale) e la Banca dati Investimenti Irrigui.

“Le informazioni per il settore irriguo, infatti – spiega Raffaella Zucaro, ricercatrice CREA Politiche e Bioeconomia e responsabile dei due Accordi – oltre ad essere necessarie per rispondere alle attuali condizionalità ex-ante per le risorse idriche nella PAC 2014-2020, sono importanti nella definizione di adeguate politiche per l’acqua e l’agricoltura, nella pianificazione dell’uso dell’acqua nei Distretti idrografici e nella preparazione della futura programmazione della PAC, sempre più orientata verso uno sviluppo sostenibile e un’efficiente gestione delle risorse naturali”.

Inoltre, continua la ricercatrice, “la domanda e la disponibilità di acqua sono fortemente condizionate dai cambiamenti climatici in atto, che incidono particolarmente sul settore agricolo (20% della SAU irrigata in Italia). E la scarsità idrica, come si evince anche dall’analisi del fenomeno siccitoso effettuate dal CREA
Politiche e Bioeconomia, attraverso l’indice RDI (Reconnaissance drought index), non è più prerogativa delle regioni del sud Italia, ma si è estesa in frequenza ed intensità alle aree settentrionali del Paese, storicamente ricche di acqua”. (Italpress)

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Paolo Fruncillo

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