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La Bce alza i tassi aumenta la trasparenza. E i mercati brindano

venerdì, 3 Febbraio 2023
1 minuto di lettura

Finalmente. Da tempo ci si aspettava che la Presidenza della Bce decidesse di parlare chiaro e di far capire ai mercati la tendenza della sua politica monetaria. Finora la comunicazione era stata piuttosto carente e opaca. Si limitava a informare sulla decisione dell’aumento dei tassi ma non indicava la strategia di medio lungo periodo.

Lasciava i mercati nell’incertezza sulle prospettive di medio periodo e aumentava la paura di una politica rialzista senza se e senza ma.

Ieri Lagarde non solo ha comunicato l’aumento dello 0,5% per i tre tassi di riferimento ma ha annunciato l’intenzione di un ulteriore aumento dello 0,50% a marzo confermando l’obiettivo di raggiungere l’obiettivo di un’inflazione intorno al 2% nel medio periodo. “Dovremo valutare quali tassi e che livello sarà necessario per fare le due cose necessarie per andare avanti. Primo, aumentare significativamente i tassi a livelli restrittivi. Secondo, mantenerli abbastanza a lungo per essere certi che porteranno all’obiettivo” di inflazione del 2%”.In pratica Lagarde prende atto che l’inflazione complessiva scende, che l’economia ha dimostrato maggiore capacitò di tenuta rispetto alle attese e si spinge a ipotizzare una ripresa nei prossimi mesi. Anche se nell’Eurozona non c’è la disinflazione che già si registra degli Stati Uniti, sicuramente il quadro è meno fosco e lascia intravvedere la fine della politica rialzista nel corso dell’anno.

Musica per le orecchie dei mercati che hanno salutato le dichiarazioni di Lagarde con il rialzo delle Borse e la diminuzione dello spread.

Probabilmente anche nelle stanze della Bce, dove predominano i rigoristi a tutti i costi, si stanno rendendo conto che l’inflazione europea è diversa da quella americana. Non è dovuta ad un forte aumento della domanda ma prevalentemente al rialzo spropositato dei costi dell’energia e delle materie prime. Prova ne è il dato che negli Usa l’aumento dell’inflazione è stato trainato da aumento dei salari che in Europa non si vedono all’orizzonte.

A Dicembre la paga oraria è salita del 5,1% in presenza di un ulteriore balzo dell’occupazione. La Bce, dunque, fa bene a rialzare i tassi per frenare l’inflazione ma deve stare attenta a non superare la soglia critica che innesca la recessione, perchè in quel caso farebbe un danno enorme all’eurozona: creerebbe la miscela esplosiva della stagflazione che bisogna  evitare a tuti i costi.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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