Siamo portati a pensare che il vero, che la verità propriamente detta riguardi esclusivamente il campo della razionalità, della logica priva di fantasia, degli schemi rigidi e lontani dall’astrazione della magia e dell’inventiva. Mentre il vero contraddice unicamente il falso e non il possibile o l’immaginifico. La verità non è per niente rigida ma pura, che è tutt’altra cosa, nient’affatto sinonimica: le due cose non sono da confondersi. Certo, non fa per tutti e non è da tutti; del resto, per chi non la dice o non la possiede, non è da considerarsi nemmeno un demerito ma semplicemente un’incapacità dello spirito: limitato e ottuso ma soprattutto assai fragile – come per Dostoevskij: “Chiunque voglia sinceramente la verità è sempre spaventosamente forte”.
IL VERO RIVOLUZIONARIO
La verità perciò non può essere assolutamente distinta dall’arte: “L’artista non può rimanere sordo al richiamo della verità” scrisse Andrej Tarkovskij (Scolpire il tempo) “poiché è unicamente questa che determina la sua volontà creatrice”. Forse perché il vero il più delle volte alberga nel sogno piuttosto che nella realtà effettiva, spesso violante i principi di giustizia e di verità anche più banali; e si rende così ancora più vicino all’arte di quanto non si possa immaginare: a ciò che non si adatta all’ingiusto-reale, al sistema ed alle sue leggi non scritte. A Tarkovskij “sono sempre piaciute le persone che non riescono ad adattarsi alla realtà in senso pragmatico” che non significa disadattarsi rispetto alla vita ma volere di più: esigere il vero rivoluzionario e non accontentarsi del reale quotidiano.
I FORTI SONO PURI CHE SI FANNO CARICO DEI DEBOLI ASTUTI
Nei suoi film – scrive egli stesso – “non ci sono mai stati eroi” che poi sono quelli che meglio si adattano invece alla vita pratica, a ciò che il sistema chiede, cui l’uomo medio ambisce a diventare “ma solo uomini forti grazie alla propria convinzione spirituale che si fanno carico degli altri”. E continua “Le persone di questo genere assomigliano sovente a bambini forniti del pathos di un adulto, tanto realistica e disinteressata è la loro impostazione secondo il buonsenso”. Come a dire che i più forti, dall’animo più generoso ed equilibrato, i più meritevoli e pertanto affini ad un’etica di verità e giustizia sono quelli che mantengano per sempre la purezza di un bambino; come pure la sua fantasia, la freschezza, l’entusiasmo e la curiosità che rinvigorisce e consente di rigenerarsi e lavarsi via lo sporco circostante, come fosse fumo che s’appoggia un momento sugli indumenti per poi sparire con il vento.