domenica, 17 Novembre, 2024
Politica

L’addio di Forza Italia

La vicepresidente della Camera dei Deputati Mara Carfagna dice di costituire un’associazione, o una fondazione, non si è ancora capito, senza scopo di lucro. È per legge che le associazioni debbono essere senza scopo di lucro ma per legge non si può evitare lo scopo di lucro “politico”. Come si può pensare che una onorevole che ha fatto della politica il suo mestiere, costituisca qualcosa che non sia politica. A nostro modesto avviso l’Onorevole Carfagna ha paura dell’ira o dell’indifferenza di Silvio Berlusconi che l’ha portata in politica. E se in molti si stanno avvicinando all’associazione Voce Libera è perché una via di fuga, quando sarà sancita la sconfitta di Forza Italia alle prossime imminenti regionali, devono anche crearsela. 

Che ci farà di Voce Libera, in Campania, alle prossime regionali Mara Carfagna? Una lista civica, naturalmente, e i politici che si stanno avvicinando guarda caso sono prevalentemente della Campania. 

Che brutta storia a sentirsi, quella dell’Associazione Carfagnana. A prescindere da ogni giudizio su Berlusconi, non meritava anche questo ennesimo abbandono, anche se tutti negano, naturalmente, che non nascerà un nuovo partito.

Vogliamo sperare che sia così ma non ci illudiamo. È quasi ridicolo solo a pensarlo.

Silvio Berlusconi dovrebbe scendere in campagna elettorale ma a nostro giudizio non se la sente. Ha assistito ormai, a troppe fuoriuscite. Forse non si presenta neppure, alle regionali. E farebbe bene, visti i presupposti di quelli che dovrebbero essere i suoi naturali alleati. Sia Salvini che la Meloni giocano per loro stessi e, sotto sotto, sperano che Forza Italia si faccia da parte. 

Forse si scioglierà veramente, questa volta, lo storico partito. Forza Italia, addio. 

Ora le sinistre hanno un altro signore da attaccare, e Berlusconi non gli interessa più perché è politicamente troppo debole. 

Nel bene  e nel male c’eravamo abituati al Cavaliere e alle sue uscite, talvolta stravaganti ma mai volgari. Da quando Silvio Berlusconi crede meno al suo ruolo, l’Italia è diversa; non è più l’Italia del sogno. Ha saputo far sognare molti, con quel suo partito nato dalla nascente nuova comunicazione televisiva di allora. Non si è aggiornato Berlusconi, troppi pochi like e troppi pochi social. È uomo da comizi Silvio, vuole sempre stare tra la gente che lo abbraccia e lo acclama. A prescindere di come la possiamo pensare noi. Silvio era ed è rimasto così.

Ci mancherà certamente. Aveva messo la cravatta a tutti, Berlusconi. Ora la cravatta la portano in pochi; solo coloro che non sanno stare senza e non sono social. O forse non hanno i soldi sufficienti per comprare abiti sportivi, che costano molto di più.

Viviamo una politica sguaiata e senza stile. Non basta l’abitino azzurro di Peppino Di Maio, come non basta quella cravatta col nodo Windsor del Premier Conte. È tutto il resto che è sbagliato. E non pensate che stiamo distraendoci con i nodi delle cravatte. Non abbiamo proprio altro da commentare. O forse, non vogliamo. Per oggi. Anche noi rinviamo, come il decreto mille proroghe che recita “salvo intese”. 

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