Secondo il rapporto “Stato del clima globale nel 2022” dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), gli ultimi otto anni sono stati i più caldi fra quelli registrati finora nel pianeta, alimentati da concentrazioni sempre crescenti di gas serra e dal calore accumulato nel mare.
La temperatura media nel 2022 è di circa 1,15 gradi sopra i livelli preindustriali (cioè la temperatura media del periodo 1850-1900). Questo aumento delle temperature è dovuto all’aumento delle concentrazioni dei principali gas serra nell’atmosfera (anidride carbonica, metano, diossido di azoto).
Questi gas hanno raggiunto livelli record nel 2021, e continuano a salire nel 2022. Il caldo fa sciogliere le calotte polari e i ghiacciai, e provoca l’innalzamento del livello dei mari, che minaccia stati insulari e territori costieri. Inoltre, causa desertificazione ed eventi meteorologici estremi, migliaia di persone rimangono uccise, milioni sono private dei mezzi di sostentamento, condannate a fame, miseria e migrazioni. Caldo e disastri fanno poi proliferare una serie di malattie. “Maggiore il riscaldamento, peggiore l’impatto.
Abbiamo livelli così alti di anidride carbonica nell’atmosfera oggi che l’obbiettivo di 1,5 gradi (di riscaldamento rispetto ai livelli preindustriali, n.d.r.) dell’Accordo di Parigi è a malapena raggiungibile”, ha commentato il segretario generale della Wmo Petteri Taalas. Per Talaas “è già troppo tardi per molti ghiacciai, e lo scioglimento continuerà per centinaia se non migliaia di anni, con enormi conseguenze sulla sicurezza idrica”.