La settimana mondiale della creazione d’impresa è alle porte. Da lunedì 14 Novembre, infatti, saranno oltre 40.000 gli eventi in programma in 200 paesi con l’obiettivo di celebrare gli imprenditori, aprire un dialogo con coloro i quali non hanno finora preso in considerazione l’idea di lanciare la propria startup e riflettere sullo stato di salute delle nostre economie.
Italia e PMI: un ecosistema delicato
Secondo le ultime analisi di Intesa Sanpaolo, in Italia ci sono oltre quattro milioni d’imprese con meno di dieci addetti. Si tratta del 95% delle imprese industriali e dei servizi, comparti che con sette milioni di addetti coprono quasi il 44% della forza lavoro.
In altri termini, se le microimprese costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana, ci troviamo di fronte a un ecosistema delicato. Se, infatti, sono le piccole imprese a offrire insieme maggiore flessibilità e capacità di innovazione, al tempo stesso però sono proprio queste realtà a essere principalmente esposte alle turbolenze dei mercati.
Per esempio, per citare l’ultimo studio questa volta a firma Meta – IPSOS, il 19% delle PMI italiane dichiara di fare fatica a sopravvivere, mentre l’8% è stato colpito da chiusure permanenti durante la pandemia.
Digitale, capitali e formazione
La domanda quindi diventa cosa fare e in che direzione lavorare per trovare e sfruttare opportunità di sviluppo. Una risposta arriva proprio dalla pandemia, confermando l’adagio che ogni crisi porta con sé delle opportunità.
È stato infatti proprio in pandemia che i piccoli imprenditori hanno imparato a familiarizzare con il digitale, come conferma lo studio, visto che due aziende su tre hanno dichiarato che senza avrebbero chiuso e che un’azienda su due ha cambiato modello di business.
I social rappresentano sempre più un canale a basso costo per raggiungere e interagire con i propri clienti ed è lo spazio digitale a offrire modi inediti di entrare in contatto con nuove forme di finanziamento, come il crowdfunding per esempio, strumento ancora troppo poco utilizzato in Italia.
Più in generale, il tema del mercato dei capitali “è ancora troppo poco conosciuto ed esplorato dalle PMI”, ha dichiarato in settimana il presidente dell’Unione Industriali di Torino, Giorgio Marsiaj a margine di un incontro che ha avuto l’obiettivo di far conoscere alle piccole e medie imprese italiane la possibilità di finanziare i propri progetti di crescita.
Si, perché crescere resta la principale sfida per competere su scala globale, e “l’utilizzo del mercato dei capitali è una delle tappe fondamentali di questo percorso che vede la piccola industria impegnata a fianco delle PMI con attività di formazione e informazione”, ha osservato Filippo Sertorio, vicepresidente Unione Industriali Torino.
Non è un caso infatti che l’educazione sia uno dei temi centrali della Global Entrepreneurship Week. A questo proposito, e allargando il campo, sarebbe da chiedersi se il Paese sia invece attrezzato per formare la nuova generazione di imprenditori. Ma questa è un’altra storia.