Il Living Planet Report (LPR) 2022 del Wwf ha rivelato che nel mondo le popolazioni di mammiferi, uccelli, anfibi, rettili e pesci sono calate in media del 69% dal 1970 mentre in America Latina e nei Caraibi la perdita di fauna selvatica ha raggiunto il 94%. Il report monitora quasi 32.000 popolazioni di 5.230 specie di vertebrati e lancia un allarme in vista della COP15 di dicembre 2022, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
“Ci aspettiamo un ambizioso accordo in grado di invertire la perdita della biodiversità. Una doppia emergenza, il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, minaccia il benessere delle generazioni attuali e future”, dichiara il direttore generale del Wwf Internazionale, Marco Lambertini.
“Il Wwf è estremamente preoccupato da questi nuovi dati che mostrano un calo devastante delle popolazioni di fauna selvatica, in particolare nelle regioni tropicali che ospitano alcune delle aree più ricche di biodiversità al mondo”, aggiunge Lambertini.
Fra le specie monitorate dal Living planet report ci sono i delfini rosa di fiume dell’Amazzonia, le cui popolazioni sono crollate del 65% tra il 1994 e il 2016 nella Riserva brasiliana di Mamirauá; i gorilla di pianura orientale, il cui numero ha subito un declino stimato dell’80% nel Parco nazionale di Kahuzi-Biega in Congo tra il 1994 e il 2019; e i cuccioli di leone marino dell’Australia meridionale e occidentale, il cui numero è calato di due terzi tra il 1977 e il 2019. Complessivamente, come gruppo di specie, la riduzione maggiore riguarda le popolazioni d’acqua dolce monitorate, diminuite in media dell’83% a causa della perdita di habitat e delle barriere alle rotte migratorie.