Una maggiore prevenzione sui posti di lavoro, nel rispetto dell’ergonomia: è questa la strada giusta per incidere positivamente sulla riduzione dei Disturbi Muscolo Scheletrici (DSM).
Tale tematica è stata, tra l’altro, richiamata non solo qualche settimana fa durante la giornata mondiale per il lavoro dignitoso promossa dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, evidenziando i punti critici che rendono il lavoro fonte di insalubrità: il sovraccarico di lavoro, gli orari non attenti ai bisogni della famiglia, il mobbing, la mancanza di sicurezza sul lavoro o la precarietà dei rapporti contrattuali, ma soprattutto domenica scorsa dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha appunto invocato “più prevenzione” sul lavoro.
Ecco perché a due mesi dalla conclusione della Campagna di Prevenzione europea lanciata tre anni fa, ad inizio 2020 “Alleggeriamo il carico” è il caso di soffermarsi ancora una volta sul rischio ergonomia.
I DSM sono disturbi localizzati in una parte specifica del corpo e il sintomo più evidente è rappresentato dal dolore. Le zone più colpite sono la schiena, il collo, le spalle e i polsi. Nel tempo, se non curato, il dolore smette di essere lieve per trasformarsi in acuto. Quando questo accade, il benessere psico-fisico del lavoratore si riduce drasticamente così come la sua produttività.
I disturbi muscolo-scheletrici lavoro correlati (DMS) rappresentano la causa del 65% delle denunce professionali registrate dall’Inail, coinvolgendo circa 13 milioni di italiani. La causa di tali disturbi è imputabile ad un movimento ripetitivo che il lavoratore ha compiuto, in modo errato, per settimane, mesi, anni. Per questo motivo, molti non hanno una reale consapevolezza del problema fino a quando non fa la sua comparsa il dolore.
Soprattutto nei comparti sanità, edilizia, agricoltura, scuola, trasporti, logistica gli effetti che può provocare una posizione in piedi statica o forzata e prolungata sul posto di lavoro, in un tempo che può variare da 1 a 4 ore, è alla base dei DSM. Una lunga permanenza in piedi viene associata anche ad altri problemi di salute, che includono dolori e disturbi agli arti inferiori, pressione sanguigna elevata, malattie cardiache, presenza di vene varicose. Occorre perciò fornire indicazioni per la salute e la sicurezza e buone pratiche di prevenzione da adottare, come ad esempio postazioni di lavoro ergonomiche o solette imbottite per le calzature, senza tralasciare soluzioni organizzative, come l’alternanza di turni di lavoro.
Così pure lo stare seduti e fermi per troppo tempo, con una durata pari o superiore a 2 ore continuative, con basso consumo di energie e di forza muscolare provoca lombalgia, disturbi al collo e alle spalle, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e obesità, e possono condurre anche ad alcuni tipi di tumore, in particolare alla mammella e al colon, e a problemi di salute mentale.
Per prevenire disturbi muscoloscheletrici in maniera efficace, devono essere identificati i fattori di rischio nel posto di lavoro e si devono adottare misure pratiche per prevenire o ridurne i rischi. Si deve prestare attenzione ai seguenti aspetti: la valutazione del rischio; il controllo dello stato di salute; la formazione; informazione e la consulenza in favore del lavoratore; i sistemi di lavoro ergonomici (un approccio ergonomico comprende un’analisi generale dell’intero posto di lavoro, dell’attrezzatura, dei metodi di lavoro e dell’organizzazione ecc, al fine di identificare problemi e relative soluzioni); infine la prevenzione di stati di affaticamento.
Queste patologie, rispetto alle altre, chiamano in causa più direttamente i datori di lavoro nella predisposizione di idonee soluzioni organizzative, eliminando i rischi alla fonte e adottando misure collettive per rendere l’ambiente di lavoro più sano e sicuro. Essenziale procedere a una corretta valutazione dei rischi, evitare mansioni che comportino posture scomode, statiche e protratte nel tempo, comportamenti sedentari, movimenti ripetitivi nonché sollevamento e movimentazione manuale di carichi.