C’è un netto divario tra Europa dell’Est e dell’Ovest rispetto alla qualità della vita secondo il Global Liveability Index 2022 pubblicato dall’Economist, che definisce tutti gli anni le città più vivibili al mondo. Alcune delle città occidentali sono fra quelle in cui si vive meglio e in generale tutte hanno punteggi alti. Le città orientali sono in fondo alla classifica, con un diffuso calo degli indici di benessere dovuto anche agli effetti, diretti e indiretti, dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, oltre che a una più complessa uscita dall’emergenza pandemica.
Vienna nel 2022 è tornata in cima alla classifica mondiale, come successo in tre delle ultime cinque rilevazioni (nelle altre due occasioni al primo posto c’erano Auckland e Melbourne) e nei primi dieci posti della classifica ci sono sei città dell’Europa occidentale: Copenaghen e Zurigo seconda e terza, Ginevra sesta, Francoforte settima, Amsterdam nona, tutte con valori superiori ai 95 punti su 100.
Il divario con le città dell’est europeo è consistente. Istanbul risulta la peggiore, seguita da Baku (la EIU include Kazakistan e Azerbaigian nel contesto europeo), Bucarest, San Pietroburgo e Sofia, con punteggi fra il 57,7 e il 68,6. In generale tutte le città dell’est europeo hanno punteggi sensibilmente inferiori rispetto all’ovest: le distanze, già presenti in passato, in quest’ultimo anno sono aumentate ed ora hanno raggiunto i venti punti in media.
Le città dell’Europa occidentale hanno invece per lo più fatto segnare un netto miglioramento dei propri indici, dovuti principalmente all’aumento della qualità della vita culturale in seguito alla rimozione delle restrizioni dovute al Covid-19: nove delle dieci al mondo che hanno migliorato più sensibilmente il proprio punteggio nel 2022 sono europee (l’eccezione è Los Angeles), con le tedesche Francoforte, Amburgo e Düsseldorf in testa. Significativo anche il miglioramento di Atene, che guadagna 19 posizioni.