L’inflazione cresce in tutta Europa, ma in Germania rischia un ulteriore incremento per un probabile prossimo aumento dei prezzi da parte di molte aziende che hanno implementato il salario minimo a partire dal 1° ottobre 2022. Questo è uno dei risultati di un’indagine condotta dall’istituto di ricerca Ifo Business Survey. Il 30,7% delle aziende partecipanti all’indagine impiega personale per meno di 12 euro all’ora. Il 58,3% prevede di aumentare i prezzi in risposta all’ aumento del salario minimo. “È probabile che questo faccia crescere ulteriormente l’inflazione, che è già alta”, afferma Sebastian Link, esperto di mercato del lavoro dell’Istituto Ifo. Il 1° ottobre 2022 il salario minimo passerà da 10,45 e a 12 euro all’ora.
L’aumento dei prezzi è quindi la conseguenza più frequentemente citata. Solo il 12,7% delle aziende prevede di ridurre personale a seguito dell’aumento. L’82,7% desidera mantenere invariato il numero di dipendenti e il 5,1% desidera addirittura aumentarlo.
Il 18,3% delle aziende intende ridurre l’orario di lavoro medio dei propri dipendenti, mentre il 17,6% sta valutando di tagliare le componenti salariali aggiuntive, come pagamenti speciali, bonus e benefit non monetari. Inoltre, le aziende hanno intenzione di ridurre le proprie misure di investimenti, formazione e qualificazione (21,3% e 11,1%) piuttosto che ampliarle (4,7% e 5,0%). Molte aziende intervistate presumono che i loro prezzi di acquisto aumenteranno in seguito all’aumento del salario minimo. ù
Quasi la metà delle aziende direttamente interessate (49,4%) lo prevede, mentre tra le aziende non direttamente interessate la quota ammonta al 29%. Inoltre, il 52,8% prevede profitti in calo, il 32,4% una riduzione della propria competitività e il 23,3% una riduzione di domande. Il grado in cui le aziende sono colpite dall’aumento del salario minimo varia notevolmente da regione a regione.
Nella Germania occidentale, il 29,1% delle aziende finora ha assunto dipendenti a meno di 12 euro all’ora, mentre nella parte orientale il 39,9%. Esistono anche differenze tra i settori: Nel settore della ristorazione, il 78,0% delle aziende intervistate è colpito, nel settore alberghiero il 65,1%. Nel lavoro interinale, il 63,5% delle aziende paga attualmente al di sotto del nuovo salario minimo, nel trasporto terrestre il 46,7%. Colpiti sopra la media sono anche il commercio al dettaglio con il 57,9%, l’industria tessile con il 71,9% e l’industria alimentare e dei generi voluttuari con il 61,4% delle aziende.