Nella battaglia per salvare La Sfattoria Degli Ultimi a Roma si aggiunge una nuova importante vittoria che è valida per tutto il territorio nazionale e per tutti i rifugi e i santuari animali. Il dispositivo di qualche settimana fa della Asl Roma 1 di abbattimento dei suidi della Sfattoria Degli Ultimi – bloccato dal TAR fino al 12 settembre – era infatti da eseguire, in ossequio a quell’atto ministeriale, su tutti i 140 animali, amati e accolti dopo infiniti abusi subiti prima che si aprissero le braccia di Paola Samaritani, responsabile della Sfattoria, eccetto 2. Come ricordiamo, era stato chiesto a Paola, Emanuele Zacchini e tutti gli altri volontari, di scegliere due animali da salvare da morte tra tutti quelli che amano, ognuno con una propria storia di dolore alle spalle, ognuno riponente fiducia negli umani che hanno saputo insegnare che non solo sfruttamento e morte può arrivare dall’uomo, ognuno sereno di aver trovato protezione e casa. Questo ha significato chiedere a Paola di lasciar uccidere 138 figli e di guardarli tutti negli occhi per scegliere i due da salvare. L’inaccettabile, crudele e insensata proposta ha determinato tutte le azioni legali che abbiamo seguito passo passo, fino a condurre a questa importante vittoria: il limite massimo di 2 suini non DPA (non destinati alla produzione di alimenti) previsto dal Dispositivo dirigenziale del Direttore Generale della sanità animale del Ministero della Salute, Pierdavide Lecchini, dal 18 maggio scorso ora non si applica più a rifugi e santuari. La LAV già il giorno seguente alla sua emanazione aveva subito richiesto di abolire questo limite con una Nota approntata dal suo Ufficio Legale “Riteniamo che il limite dei due suidi sia restrittivo, non includendo tutte queste realtà presenti sul territorio italiano che svolgono un servizio di educazione civica nonché di innegabile supporto alle Istituzioni nella gestione di animali provenienti da sequestri o da altre situazioni di maltrattamento, pur non ricevendo alcun sostegno pubblico. Chiediamo, pertanto, di rimuovere questo limite, non necessario al rispetto delle misure di biosicurezza e gestione previste dal presente provvedimento”.
Finalmente, in questa fine d’agosto, arriva la vittoria. Con la Nota del Direttore Generale del Ministero nella quale è specificato: “Con riferimento al dispositivo in oggetto (Sistema I&R – dispositivo dirigenziale inerente all’identificazione e registrazione dei suini detenuti per finalità diverse dagli usi zootecnici e dalla produzione di alimenti trasmesso con nota DGSAF 12438 del 18/05/22 – Chiarimenti applicativi) si chiarisce che lo stesso è applicabile esclusivamente a quelle situazioni in cui privati cittadini tengono presso le proprie residenze o abitazioni private fino ad un massimo di due suini per finalità diverse dagli usi zootecnici e dalla produzione di alimenti. Pertanto, le disposizioni contenute nel provvedimento citato non sono applicabili a rifugi per animali, né ad altre situazioni in cui gli animali sono tenuti per scopo ricreativo, dimostrativo, culturale e altro.”
Abbiamo intervistato, per questo, il Presidente della Lav Gianluca Felicetti.
Presidente cosa significa questo risultato per gli animali e per le persone che li amano?
Si tratta di un’altra importante tappa verso il riconoscimento dell’esistenza degli animali non come oggetto di sfruttamento, produzione e uccisione e dell’esistenza e dei diritti dei rifugi e dei santuari per animali. Ma non ci fermiamo qui. Desidero ricordare che questo è anche l’anno in cui abbiamo ottenuto un risultato storico, con un percorso iniziato nel 1998, anno della nostra prima richiesta: con una modifica dell’articolo 9, gli animali entrano nei diritti fondamentali della nostra costituzione. Grazie a questa riforma, gli animali entrano a pieno diritto nella Costituzione, comparendo ben quattro volte: come animali, come ambiente, come biodiversità, e come ecosistemi, nella parte dei principi fondamentali della Repubblica, e con un rimando esplicito alla Legge dello Stato, entrata in vigore il 9 marzo 2022.
Quali sono le prossime battaglie?
Anzitutto salvare tutti gli animali, come nel caso della Sfattoria degli Ultimi e della famiglia di Suidi che si trova a La Spezia, che nella contingenza devono essere aiutati. Ma il nostro impegno continuerà a profondersi verso il prossimo Parlamento, a cui domanderemo di approvare una legge che certifichi tutta la materia, senza la possibilità di interpretazione da parte del Direttore Generale di turno.
Cosa l’ha spinta ad occuparsi degli animali e cosa significa per Lei?
Quando mi sono iscritto alla LAV, 43 anni fa, avevo 16 anni e rimasi profondamente scosso dall’immagine di un gatto terrorizzato, immortalato nel momento in cui veniva soltanto preparato per la vivisezione. Aveva elettrodi in testa e stava per essere sacrificato, mentre il suo sguardo gridava “perché?”. Quello stesso sguardo non ha mai smesso di interrogare la mia coscienza. Per me occuparmi degli animali, degli ultimi, è anzitutto un dovere civico, di giustizia sociale anzitutto. Bisognerebbe poi comprendere profondamente che occuparsi degli animali, oltre a tutta la portata etica imprescindibile, vuol dire occuparsi di noi stessi e del nostro futuro.
Gli appelli