sabato, 28 Settembre, 2024
Economia

Progetto Cgia a Venezia e Rovigo. Una task force anti fallimenti per le aziende in difficoltà

Si chiama “soluzione della crisi d’impresa”, un paracadute utile per non far finire sul lastrico aziende e dipendenti. La formula è quella di chiamare a raccolta esperti e consulenti al capezzale delle imprese in
difficoltà, con una novità, invece di decretarne il fine attività, si metterà in campo ogni possibile strategia per ridare slancio alle attività produttive. Il progetto in attesa dell’autunno che si annuncia denso di difficoltà e incognite, con a rischio oltre 100 mila piccole imprese, è sponsorizzato dalla Camera di Commercio di Venezia e Rovigo , Veneform in collaborazione con l’Associazione Artigiani e Piccole
Imprese Mestre, Cgia.

A ognuno una soluzione

Ci saranno per iniziare quattro sportelli di consulenza per “la soluzione della crisi d’impresa”, con l’ausilio di professionisti competenti. Queste figure di esperti avranno il compito di “individuare e fronteggiare i sintomi della crisi in modo da conseguire l’obiettivo del risanamento e della salvaguardia della continuità delle imprese”. Un piano che segna una inversione notevole nella logica di salvaguardare sia l’attività, sia le maestranze. Inoltre l’impresa può avere ogni attenzione per rimettersi in sesto.

Progetto cofinanziato

Il piano secondo le aspettative avrà un suo successo perché in questi mesi sono cresciuti i livelli di guardia sulle attività produttive. Come è noto le difficoltà sono segnalate per un autunno che si annuncia
particolarmente difficile. Il sovrapporsi di diverse difficoltà potrebbe rivelarsi micidiale per un numero straordinario di imprese.

Prevenire la parola d’ordine

Lo ‘Sportello prevenzione Crisi d’Impresa’ vuole così creare le condizioni di proteggere un eventuale stato di difficoltà. “Con il fine di assicurare la continuità aziendale, ma anche anticipare lo stato di insolvenza’o fi crisi”, spiegano gli analisti finanziari della Cgia, “tramite un monitoraggio costante, onde evitare che la situazione di difficoltà divenga irreversibile, salvaguardando la capacità imprenditoriale dei soggetti in difficoltà”.

Obiettivo equilibrio

La consulenza aziendale fornita dai 4 sportelli, sarà finalizzata a creare un percorso di tutele e indicazioni concrete, in modo che prima di una chiusura saranno valutate diverse opzioni.
“Un piano di ristrutturazione, risanamento e rilancio di un’azienda”, evidenzia la Cgia, “in grado di ripristinare quelle condizioni di equilibrio economico-patrimoniale-finanziario che sono venute meno”

I servizi messi in campo

Sono. numerosi e particolarmente flessibili i servizi che saranno messi in campo. Ci sarà un settore di analisi della situazione economico–finanziaria dell’impresa “anche con creazione di una pianificazione strategica”, ed inoltre sarà prevista una “Gestione del cambiamento organizzativo, con uno studio di fattibilità di nuove iniziative, con il potenziamento e ristrutturazione della rete di sviluppo aziendale”.

Inoltre i servizi di consulenza saranno pianificati, le imprese potranno ottenere un piano di Risanamento o
Rilancio aziendale mediante un percorso di ristrutturazione che riguarda sia gli aspetti economici, patrimoniali e finanziari sia gli aspetti organizzativi e gestionali.
L’assistenza, sarà garantita da “Esperti qualificati in diversi ambiti: finanza d’impresa, assetto organizzativo, merito creditizio e centrale rischi”.

Allarme fallimenti

L’iniziativa diventerà da apripista per il complesso e delicato mondo delle imprese che sono sempre più esposte ai venti della crisi. Si potrebbe dire di più crisi, perché non c’è solo quella economica, ma ad
esempio, c’è quella provocata dai mancati pagamenti della Pubblica amministrazione, oppure per i prezzi dell’energia che travolgono competitività e solidità d’impresa, fino alla carenza di personale specializzato.

In questo scenario si fa sempre più concreto il rischio che, dal prossimo autunno aumentaranno i fallimenti in misura preoccupante. “Con una specificità tutta italiana”, spiega l’Ufficio studi della Cgia, “per molte di queste imprese la chiusura definitiva non sarà causata dall’impossibilità di pagare i propri debiti, ma per crediti inesigibili, ovvero per insolvenze in grandissima parte imputabili alle inadempienze della
nostra PA”.

In arrivo l’onda lunga

Quali sono le ragioni per cui gli artigiani mestrini ipotizzano che al rientro dalle ferie i fallimenti potrebbero subire un forte innalzamento? “Se guardiamo la serie storica degli ultimi 10 anni”, scrive la Cgia, “il picco massimo delle “chiusure” è stato raggiunto nel biennio 2014-2015, ovvero 1,5/2 anni dopo la crisi del debito sovrano che ha colpito pesantemente il nostro Paese. Pertanto, come in tutte le recessioni, gli effetti si esplicitano successivamente”. Cosicché, dopo le difficoltà causate dal Covid nel biennio 2020-2021 e a seguito degli effetti negativi riconducibili alla guerra in Ucraina scoppiata verso la
fine di febbraio, a partire dal prossimo autunno il numero dei fallimenti potrebbe tornare a crescere e subire una brusca impennata nel corso del 2023.

La stima della stangata

Secondo i calcoli della Cgia di Mestre la stangata in arrivò sfiora i 106 miliardi di euro il costo aggiuntivo che le imprese italiane subiranno quest’anno a causa dei rincari di energia elettrica e gas. La
stima è stata calcolata ipotizzando, per l’anno in corso, gli stessi consumi registrati nell’anno pre-pandemia, applicando però per l’intero 2022 le tariffe medie di luce e gas sostenute in questi ultimi sei mesi.

“Una stangata che rischia di provocare una vera debacle al nostro sistema produttivo”, evidenzia l’ufficio studi, “I 106 miliardi di extra costo, tuttavia, potrebbero essere addirittura sottostimati; se dal prossimo autunno la Russia dovesse chiudere ulteriormente le forniture di gas verso l’Europa, è probabile che il prezzo di questa materia prima subirà un’impennata che spingerà il costo medio dell’ultima parte
dell’anno ad un livello molto superiore a quello registrato nei primi sei mesi del 2022”.

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