lunedì, 16 Dicembre, 2024
Società

L’eutanasia della legislatura tra politica e istituzioni

L’articolo 60 della Costituzione afferma che “La Camera dei deputati e il Senato della Repubblica sono eletti per cinque anni”.
Sono, comunque, previste possibilità sia di scioglimento anticipato, sia di proroga. Quest’ultima ipotesi è contemplata nel secondo comma del citato articolo 60 il quale afferma che: “ La durata di ciascuna Camera
non può essere prorogata se non per legge e soltanto in caso di guerra.”Nel panorama politico nazionale c’è tanta voglia di accorciare la legislatura, benché ormai è agli sgoccioli: anche qualche mese sembra faccia comodo ad alcuni rappresentanti politici. Di avviso contrario
sono gli elettori, come dimostrano in alcuni sondaggi e con l’astensionismo che accompagna ormai  ogni
tornata elettorale, anche a livello locale.
Il ruolo del popolo sovrano è costellato di molti limiti, ma con un diritto fondamentale, cioè quello di mettere un segno di croce sulle schede ed annotandovi, eventualmente, i nomi dei soggetti che Presidenti
e Segretari dei singoli partiti decidono di candidare tenendo conto della legge elettorale in vigore. Coalizioni, sbarramenti e premi di maggioranza  faranno la differenza.
Lo scioglimento anticipato delle Camere è un atto di competenza esclusiva del Presidente della Repubblica che , ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione, deve sentire prima  i loro Presidenti.
È bene, però, che ci ricordiamo tutti, come il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, già nel  2018, cioè agli inizi di questa legislatura, ebbe a precisare che il popolo sovrano ha il diritto di
recarsi alle urne ogni cinque anni per eleggere il Parlamento.
La delicatezza del momento, ben nota a tutti (pandemia, guerra Ucraina e tutto ciò che ne consegue, crisi energetica in testa) non facilita affatto uno scioglimento anticipato delle Camere. Mentre si può capire
la richiesta di elezioni anticipate da parte di chi sta all’opposizione, diventa più complicato seguire la logica di  partiti –  impegnati in un Governo di Unità nazionale – presi  dalla voglia di misurarsi nelle urne
e di sperare in un radicale cambiamento. Il buonsenso, se sfugge alla politica non può non regnare nella mente del nostro arbitro e garante della Costituzione, il Presidente della Repubblica il quale “ nomina il
Presidente del Consiglio dei Ministri e su proposta di questo, i ministri”(art.92, 2^co.)Il popolo italiano e tutti gli elettori lontani dalla vita dei partiti avrebbero difficoltà a capire che il Governo di Unità Nazionale  possa vacillare e non essere, invece, sostenuto in questo delicato momento storico per risolvere i delicati adempimenti, a circa otto mesi dalla
fine naturale della legislatura.
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