lunedì, 23 Dicembre, 2024
Politica

Il problema del Governo? L’inflazione all’8%. Non il pettegolezzo su Draghi-Conte-Grillo

Siamo seri. Dalla fine della seconda guerra mondiale mai l’Italia si era trovata in un mix di tempeste incrociate: il sostegno all’Ucraina contro la Russia, lo shock dei prezzi dell’energia, il rischio di non avere gas a sufficienza per l’inverno, una siccità devastante, la ripresa della pandemia e, ciliegina sulla torta, l’inflazione che parte al galoppo e arriva a livelli mai visti da 36 anni in qua. Poco ci consola che questi mali non siamo solo italiani.
Di fronte a questo groviglio di problemi davvero ci dobbiamo preoccupare di un pettegolezzo? Eh si. Perché questa storia di Draghi che chiede la testa di Conte, fino a prova del contrario, non è altro che una maldicenza di cui nessuno ha le prove. Speriamo che lunedì il Presidente del Consiglio e il suo predecessore mettano dignitosamente una pietra tombale su questa ridicola vicenda.

Come abbiamo già sottolineato, il prof. De Msi al Fatto quotidiano ha affermato: “Secondo Grillo, Draghi gli ha chiesto di rimuoverlo dal M5S”. Ha riferito una impressione di Grillo non una informazione. Non ha detto che Grillo gli ha parlato di una richiesta di Draghi di defenestrare Conte. Sia Grillo che Draghi hanno smentito seccamente. Draghi ha sfidato chi dice di avere le prove a tirarle fuori. Ma non si è visto niente. E allora basta . La sostanza è che Draghi parla con Grillo per due motivi: primo, perché chi decide nel M5S è l’artista genovese; secondo, perché Conte non ha mai digerito di essere stato sostituto da Draghi e se ne fa pure accorgere .

Di ben altro dovrebbero parlare Conte e gli altri leader della maggioranza con Draghi Non certo dello ius scholae che non è materia del programma del Governo. Il tema cruciale è come evitare che sulle famiglie-e anche sulle aziende- lo tsunami dell’inflazione abbia effetti devastanti. Tutti hanno il diritto e il dovere di proporre soluzioni praticabili. Le risorse pubbliche per allevare le sofferenze dovute all’inflazione non sono tante. Quindi bisogna usare bene il denaro pubblico disponibile senza generare altro deficit. Si può.

Dicendo basta a bonus che potevano essere utili fino ad uno anno fa ma che -a parte le ruberie- non hanno più alcuna giustificazione. Risparmiando sul reddito di cittadinanza, da usare solo per aiutare famiglie in difficoltà e non come disincentivo a cercare e accettare proposte di lavoro.

Serve una politica dei redditi che eviti la rincorsa tra salari e prezzi ma non a discapito del potere d’ acquisto dei lavoratori. Occorre un controllo maggiore sui “prezzi leader” quelli che più incidono sull’inflazione. Tutto questo richiede il consenso più ampio possibile tra le forze politiche. Quindi anche una consultazione sistematica con l’opposizione di Giorgia Meloni. Ed è necessario un tavolo a tre Governo., sindacati- imprenditori per concordare politiche non conflittuali.

Ci sarà tempo in primavera per la campagna elettorale, ma ora bisogna affrontare l’autunno/inverno più complicato del dopoguerra.

I partiti vogliono avere consensi? Tirino fuori idee originali su come affrontare la crisi. I pettegolezzi del chiacchiericcio politicante? La gente non sa che farsene. Ha ben altro a cui pensare.

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