Una Europa consapevole delle difficoltà, di un rallentamento generale delle economie. Sul tetto al pezzo del gas ci sarà uno studio europeo e un prossimo summit sull’energia che si terrà ad ottobre. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha tracciato così l’esito del Consiglio europeo che ha visto l’Italia impegnata sul fronte delle proposte contro il caro energia e la spirale dell’inflazione.
Europa, stabilità e sicurezza
“L’Ue sta crescendo”, ha esordito Draghi durante la conferenza stampa a conclusione della due giorni di confronto dei 27 Paesi dell’Unione, “sta diventando sempre più importante, sta diventando quell’istituzione a cui tutti i Paesi Ue guardano come una istituzione capace di dar loro stabilità e sicurezza”.
Economie in rallentamento
Il premier italiano si è soffermato sullo stato delle economie. “Nell’area dell’euro, soprattutto a causa dei prezzi dell’energia e dell’inflazione, le previsioni sono di un rallentamento un po’ in tutti i Paesi. Noi siamo impegnati”, ha evidenziato Draghi, “a proteggere e sostenere il potere d’acquisto degli italiani”.
Italia 25% dipendenza russa
Nel suo intervento conclusivo a Bruxelles il presidente italiano ha illustrato anche la situazione dell’Italia.
“Si è parlato di energia, di cosa fare per i prezzi così alti”, ha proseguito Draghi, “l’Italia, per gli stoccaggi, sta andando molto bene e la dipendenza dal gas russo, che era il 40% l’anno scorso, oggi sta al 25%: le misure che abbiamo messo in campo iniziano a dare risultati”.
Agire subito sui prezzi
Mario Draghi ha posto in primo piano il tema dei prezzi e della crescita dell’inflazione.
“Bisogna agire subito sui prezzi dell’energia”, ha sottolineato il premier, “perché sta succedendo che da un’inflazione che dipendeva sostanzialmente dall’energia ora dipende anche da altre cose. Questi aumenti”, ha osservato ancora Draghi, “si spargono e diventano aumenti di altre merci”.
Situazione seria, c’è solidarietà
Draghi, inoltre non ha nascosto le preoccupazione sulla serietà della situazione.
“C’è molta consapevolezza”, ha rimarcato il presidente, “rispetto alla serietà della situazione. Si è parlato molto di coordinamento e sulla solidarietà, che certo ci deve essere e ci deve essere anche una risposta a controllare il prezzo del gas. L’obiezione che si fa al price cap”, ha rivelato il premier, “è la paura che in risposta la Russia tagli le forniture, ma ormai in Germania stiamo al 50% del flussi. Putin incassa le stesse cifre e l’Ue ha difficoltà immense”.
Paesi esitanti ad agire
Il presidente del Consiglio italiano ha evitato polemiche ma ha sottolineato come tra alcuni Paesi siano prevalse le esitazioni. “Sui prezzi dell’energia i Paesi sono molto esitanti ad agire”, ha evidenziato ancora Draghi, “ho chiesto un Consiglio straordinario sull’energia a luglio ma mi è stato fatto notare che non abbiamo ancora uno studio sul quale discutere. Ecco, ora nella risoluzione finale il Consiglio invita la Commissione a produrre questo studio entro settembre, per poi discuterne nel Consiglio di ottobre”.
Italia, situazione in sicurezza
Sull’Italia Draghi ha riferito di una situazione in sicurezza grazie alle misure messe in campo dal Governo.
“Le misure che si stanno pensando”, ha ricordato il premier, “assicurano che non vi sia emergenza durante l’inverno”. Per Mario Draghi, inoltre, “il quadro, grazie alla ricerca di altri fornitori, vede l’Italia in buona posizione”.
Dibattito europeo in evoluzione
I dossier che i Paesi dell’Unione dovranno affrontare sono in evoluzione. Sugli aiuti e l’impegno militare ci saranno nuovi confronti.
“Di un meccanismo di ristoro per chi è più colpito dalle sanzioni ne abbiamo parlato. Ci sono molte asimmetrie”. Ha rivelato Draghi indicato i temi sul tappeto: impegno militare, flussi di rifugiati o energie. Il premier però ha sottolineato “Non sono asimmetrie a senso unico, non siamo solo noi colpiti da queste”.
Tutela del potere di acquisto
Un tema sul quale Mario Draghi ha insistito è il potere di “acquisto degli italiani”. Da Bruxelles il presidente ha indicato le iniziative che metterà in campo nei prossimi giorni.
“È mia intenzione convocare un incontro con le parti sociali al più presto, 10-15 giorni al massimo”, ha annunciato il premier spiegando che il sostegno al potere d’acquisto degli italiani, “è essenziale per tanti aspetti, uno dei quali è la pace sociale”.
Europa pronta a reagire
Se ci fossero nuove azioni da parte di Mosca, ha fatto presente Draghi, il Consiglio europeo è aperto all’ipotesi di un consiglio straordinario.
“È stato detto in modo esplicito”, ha sottolineato il premier, “non faremo passare due mesi e mezzo senza far niente nel caso in cui dovessero avvenire altre cose sul fronte dell’energia”.
Speculazioni e inflazione
L’Unione ha quindi deciso di prendere tempo. Il non avere un tetto sui prezzi espone i Paesi come l’Italia alle variazioni di mercato e alle speculazioni. Sulla proposta di un tetto ai prezzi del gas russo le posizioni dei leader molto distanti. La proposta di Draghi di discuterne subito ha trovato il sostegno di alcuni Paesi, tra cui la Francia, la Grecia, la Spagna, e il Belgio ma è stata poi posta in discussione dai cosiddetti Stati del nord, con in testa l’Olanda. “Io non sono ancora convinto ma non sono ideologicamente contrario al price cap”, ha osservato il premier olandese Mark Rutte, “se qualcuno, Mario Draghi ad esempio, mi porta delle prove che la misura può funzionare, possiamo vedere”.
Posizione di equilibrio quella scelta dalla Germania che vede nella unità dei Paesi europei il fattore chiave per controbattere alla corsa dei prezzi del gas imposta dal Cremlino. “Tutti insieme, siamo molto, molto ben preparati”, ha sottolineato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, “per la difficile sfida legata alle importazioni russe di combustibili fossili. Questo è uno sforzo che dobbiamo accelerare ulteriormente ora, ovviamente questo è legato a grandi sfide, ma ci sosterremo a vicenda”.
Il price cap chiesto da Draghi
Lo scopo del “price cap”, sollecitato da Draghi è un argine al prezzo del gas. Nella pratica, il tetto significherebbe mettere un limite massimo al prezzo di acquisto del gas russo, che quindi gli operatori europei non potrebbero più comprare oltre una determinata cifra. Fra le ipotesi circolate, c’è quella di un tetto fra gli 80 e 90 euro a megawattora. Andrebbero però esclusi dall’obbligo di rispettare questo tetto gli altri Paesi che ci forniscono gas come gli Stati Uniti, l’Algeria, l’Egitto, il Qatar e l’Azerbaijan. Questo perché altrimenti potrebbero essere spinti a vendere il gas ad altri Paesi che il tetto non ce l’hanno.
L’Italia e il gas russo
Complessivamente l’Europa paga alla Russia circa un miliardo al giorno per le forniture di petrolio e gas. In questi ultimi giorni Mosca ha ridotto in modo unilaterale le forniture, ad oggi siamo al 50% delle richieste e delle forniture previste. Un taglio che lascia presagire come la Russia apra e chiuda i flussi secondo le posizioni che i Paesi assumono nel conflitto e nelle sanzioni messe in atto contro Mosca. Il paradosso per l’Italia – ma anche per altri Paesi Ue – che il prezzo del gas sui mercati sale ma la quantità scende. Questa altalena all’insù genera quella spirale di inflazione che è il problema collaterale sollevato da Draghi ai colleghi europei. Un tetto ai costi del gas avrebbe mitigato la crescita generale dei prezzi.
Fonte foto: governo.it