Con il Mondiale in Qatar, che inizierà tra cinque mesi, la Fifa collaborerà con la Fifpro, l’organizzazione di rappresentanza mondiale dei calciatori professionisti, per coordinare e attuare un piano su come proteggere le squadre partecipanti, i giocatori, i dirigenti e i tifosi dagli abusi sui social durante i suoi tornei internazionali. Il rapporto indipendente pubblicato dalla FIFA, che ha utilizzato l’intelligenza artificiale per tracciare oltre 400.000 post sulle piattaforme dei social media durante le semifinali e le fasi finali di due competizioni internazionali (Europei 2020 e Coppa d’Africa 2021), ha rilevato che oltre il 50% dei i giocatori hanno ricevuto una qualche forma di abuso discriminatorio, proveniente in larga parte proprio dalla nazione di origine degli stessi. I commenti omofobici (40%) e razzisti (38%) sono stati prevalenti, molti dei quali rimangono pubblicati negli account delle ‘vittime’.
Per questo, Fifa e Fifpro lanceranno un servizio di moderazione all’interno del torneo dedicato al calcio maschile e femminile che analizzerà i termini di incitamento all’odio pubblicati su account di social media identificati e, una volta rilevati, impedirà che il commento venga visto dal destinatario e dai suoi follower.
Sebbene il messaggio offensivo rimanga visibile alla persona che lo ha originariamente scritto, la sua visibilità e portata saranno notevolmente ridotte. “Il nostro dovere è proteggere il calcio, a cominciare dai giocatori che portano tanta gioia e felicità a tutti noi con le loro imprese sul campo – ha affermato il presidente della Fifa Gianni Infantino – Purtroppo si sta sviluppando una tendenza in cui una percentuale di post sui canali social diretti a giocatori, allenatori, direttori di gara e alle squadre stesse non è accettabile, e questa forma di discriminazione, come ogni forma di discriminazione, non trova posto nel calcio”.
“Con il Mondiale in Qatar nel 2022 e quello in Australia e Nuova Zelanda all’orizzonte, Fifa e Fifpro riconoscono che è importante prendere posizione e includere ciò che viene monitorato sui social media con ciò che è già attenzionato negli stadi – ha aggiunto Infantino – Vogliamo che le nostre azioni parlino più forte delle nostre parole ed è per questo che stiamo adottando misure concrete per affrontare direttamente il problema”. “Questa rilevazione non vuole solo proteggere il calcio ed evitare gli effetti dannosi che questi post possono causare, ma anche per educare le generazioni attuali e future che si impegnano con il nostro sport sui social media e sul campo di gioco. Ci aspettiamo che, stando uniti su questo problema, le piattaforme di social media faranno lo stesso e ci supporteranno attivamente nell’essere parte della soluzione”.
“Questa collaborazione riconosce la responsabilità del calcio di proteggere i giocatori e gli altri gruppi colpiti dagli abusi che sempre più spesso affrontano dentro e intorno al loro posto di lavoro. Questo tipo di abuso ha un profondo impatto sulla loro personalità, le loro famiglie, le loro prestazioni, nonché sul loro benessere generale e sulla salute mentale” – ha affermato il presidente della Fifpro David Aganzo. – “Gli abusi online sono una questione sociale e come settore non possiamo accettare che questa nuova forma di discriminazione colpisca così tante persone, compresi i nostri giocatori. Diversi sindacati di giocatori hanno svolto un ottimo lavoro su questo argomento che, collegato al nostro recente rapporto lanciato insieme ad altri sindacati di giocatori, ci fornisce molti spunti per affrontare la questione in futuro. La ricerca come questi rapporti è fondamentale, ma deve portare ad azioni per fornire prevenzione e rimedi. Siamo lieti che questa collaborazione con la Fifa sia un passo costruttivo in questa direzione”.
Fonte foto: Paolo Bruno Imagoeconomica