“Al Sud Italia è utilizzato il 48% della superficie agricola: in Puglia, il 66% del territorio è gestito da agricoltori, e in Sicilia, il 56%. Il surplus generato è pari a 26 miliardi di dollari e siamo primi in Europa per valore aggiunto e denominazioni.
Eppure, gli agricoltori si chiedono sempre più spesso se valga la pena di produrre certi prodotti per via dei costi elevati: questo comporta rischi di carestia e difficoltà di accesso al cibo”. Lo ha dichiarato Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura, al forum “Verso Sud”, organizzato dalla ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, insieme all’European house – Ambrosetti.
“Non è più possibile rinviare scelte strategiche: la sicurezza alimentare deve diventare subito una priorità nell’agenda politica, con l’obiettivo di ripensare il modello agricolo per l’Italia e il Mediterraneo, considerando anche il fattore energetico, la digitalizzazione e la transizione ecologica. Il settore primario italiano è colonna fondamentale del ponte tra Europa e Paesi terzi e può contribuire in modo più incisivo alla sicurezza alimentare nel mondo”.
“Oggi, 50 Paesi dipendono dall’importazione di grano da Russia e Ucraina, tra cui Eritrea, Somalia, Madagascar, Tanzania e Congo. A livello globale, ci sono 570milioni di agricoltori: il 97% vive di ciò che produce, solo il 3% produce anche per il mercato. Ci sono 53 Paesi che vivono una situazione di crisi alimentare (in Africa, e Siria, Palestina, Iraq). L’Italia, grazie anche al grande contributo del Sud, può fare molto per cambiare in positivo questo paradigma. Serviranno scelte coraggiose e difficili, ma se non vogliamo incrementare la soglia della povertà si deve intervenire adesso” conclude Giansanti. (ITALPRESS).