È sicuramente riduttivo attribuire a pochi personaggi la creazione dell’Europa unita costituita da 6 Stati iniziali (oggi ne conta ben 27 ed altri sono pronti a voler far parte di questa grande famiglia).
In effetti sono stati i francesi Jean Monnet e Robert Schuman, il tedesco Konrad Adenauer e l’italiano Alcide De Gasperi i primi quattro principali protagonisti e padri fondatori dell’Unione Europea nei
diversi ruoli: ideatore Monnet, divulgatore il ministro degli affari esteri Schuman e convinti ed attivi sostenitori il cancelliere tedesco Adenauer ed il Presidente del Consiglio del governo italiano, De Gasperi.
Era proprio il 9 maggio del 1950 quando il Ministro degli affari esteri francese Robert Schuman (classe 1886), annunciava la proposta, ideata dal politico connazionale Jean Monnet, di dare vita ad un mercato comune intorno alla produzione di due materie prime ed esattamente il carbone e l’acciaio, risorse preziose sia nel periodo bellico per la fabbricazione delle armi e, successivamente, per la ricostruzione e la crescita economica dell’Europa martoriata.
E la preziosità del carbone, in particolare, ancora oggi sembra destinata a resistere e a non voler cedere il passo alle moderne energie a tutela dell’ambiente, come ci dimostra il conflitto tra la Russia e l’Ucraina.
Alcide De Gasperi (classe 1881) – promotore italiano e cofondatore dell’Unione europea – è stato, senza ombra di dubbio, il personaggio che vi ha maggiormente contribuito a darvi prestigio per la sua
autorevolezza e per le particolari doti e capacità evidenziate nei numerosi ruoli ed incarichi ricoperti quali quello di deputato del Regno d’Italia, di Capo provvisorio dello Stato, di Presidente del Consiglio dei Ministri ed infine, anche nel ruolo di Presidente dell’Assemblea comune europea, subentrando ad altro Presidente, Paul-Henri Spaak, dal gennaio all’agosto del 1954.
Altri italiani hanno ricoperto il ruolo di Presidenti di questa prima Assemblea a 6 Stati, ed esattamente Carlo Sforza, (classe 1872), diplomatico e politico, noto sia per aver sottoscritto, nella sua lunga
carriera politica, il Trattato di Rapallo (1920), il Trattato di Pace fra l’Italia e le potenze alleate del 1947, il Patto Atlantico (1949) e per l’accordo per la creazione del Consiglio d’Europa e per il relativo Trattato istitutivo della CECA (1951).
Mentre altri due illustri parlamentari italiani, Piero Malvestiti (classe 1899), e Dino Del Bo (classe 1916) furono Presidente dell’Alta autorità della CECA rispettivamente, il Malvestiti dal 15 settembre 1959
al 22 ottobre 1963 ed in prosieguo, fino all’8 marzo del1967 il Del Bo, quinto Presidente di tale importante Autorità che diede i natali all’Europa unita di cui oggi godiamo i benefici di tutti gli sviluppi
successivi.
Jean Monnet, classe 1888, è stato un politico francese indipendente primo Presidente dell’Alta autorità della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (C.E.C.A.) sin dall’entrata in vigore del Trattato, dal 10
agosto 1952 al 3 giugno 1955.
Furono, soprattutto, le sue pregresse esperienze a renderlo famoso sin dalla prima guerra mondiale, quando propose all’allora Presidente del Consiglio francese Rene’ Viviani un piano di coordinamento delle risorse degli alleati. Poi, nel 1919, al termine della guerra, si era guadagnato l’incarico di segretario generale aggiunto della Società delle Nazioni Unite e, successivamente, negli Stati Uniti, quello di ascoltato consigliere del Presidente Roosevelt, al quale aveva suggerito che l’America doveva diventare “l’arsenale delle democrazie”. Anche il generale francese Charles de Gaulle si convinse a dargli l’incarico di
elaborare e realizzare un piano di modernizzazione e rilancio per l’economia francese dopo la liberazione, avendovi egli stesso partecipato in qualità di Membro del Comitato di Liberazione Nazionale
nel 1943.
Nella cronistoria emerge che nel 1950, al risorgere di nuove tensioni internazionali e per evitare nuove guerre, fu proprio Jean Monnet che maturò l’idea di attuare un movimento europeista, cioè arrivare a
convincere tutti a superare i nazionalismi e passare da una “Europa delle patrie” a una “Europa dei popoli”. Ciascuna Nazione doveva predisporsi a cedere una parte della propria sovranità a istituzioni
europee comuni. Del resto già i nostri padri costituenti avevano travasato tale principio nell’articolo 11 della nostra Carta costituzionale nell’affermare il ripudio della “guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. In merito, Monnet, con alcuni suoi collaboratori, riesce a preparare il testo di quella che poi da lì a poco, diventa la “Dichiarazione Schuman”, dal nome del Ministro degli Esteri francese. Tale Dichiarazione, redatta in stile sobria e semplice, si rivolgeva a tutti i paesi europei ma, in particolare, alla Germania alla quale proponeva la gestione in comune del carbone e dell’acciaio, con vantaggi reciproci, fino a quel momento motivo di aspre contese. La Francia è sempre stata ricca di minerali di ferro, ma non di carbone e viceversa la Germania, due materie prime indispensabili per la siderurgia.
Il tutto venne incardinato in un progetto normativo di rango costituzionale, nella forma di un Trattato, con vincoli sovranazionali, sebbene riguardava un settore limitato ad una cerchia di esperti anche
nei gruppi di interesse, ma come obiettivo quello di fornire il sostegno necessario allo sviluppo e alla diffusione del progetto comunitario. Ma la vera motivazione fu quella che la fusione delle produzioni di carbone e acciaio avrebbe fatto sì che una guerra tra Francia e Germania, secondo le parole del Ministro Robert Schuman diventasse “…non solo impensabile, ma materialmente impossibile”.
Anche i rappresentanti dell’Olanda e del Belgio, ed esattamente i rispettivi Ministri degli affari esteri, l’olandese Johan Willem Beyen, classe 1897, nonché il belga Paul-Henri Spaak, classe 1899, col loro
determinante apporto e forte determinazione hanno contribuito alla creazione dell’Unione europea, come fondatori della CECA. Il belga, dal 1952 al 1953 ne ha presieduto l’Assemblea.
Non ci resta che aspettare la realizzazione del sogno dell’entrata in vigore della Costituzione europea, con la ratifica da parte di tutti gli Stati membri, il cui statuto è pronto dal 2014.