“Una crescita fuori controllo dei cinghiali per oltre il 400% in trent’anni: è questo il risultato della non gestione delle popolazioni faunistiche. La sovrappopolazione degli ungulati continua ad essere un problema enorme per gli agricoltori, per la fauna minore, per il territorio, per l’ambiente, per la sicurezza anche dei cittadini”. Lo sottolinea Confagricoltura che sollecita “interventi risolutivi”.
“Tanti i titoli di giornali quando ci sono gli incidenti mortali, quando gli agricoltori protestano per i danni subiti, quando la biodiversità, la salute, la sicurezza sono in pericolo – osserva Confagricoltura – poi, nessuna azione concreta.
Una cosa è certa: il problema esiste e va affrontato e risolto. Chi dovrebbe agire, oltre ad essere inerte, si nasconde colpevolmente”.
“Abbiamo una normativa superata – evidenzia l’associazione di categoria – che affida la gestione della selvaggina al mondo venatorio, che ha ormai messo in evidenza tutti i suoi limiti.
Estraniare gli agricoltori, che ospitano la selvaggina sui loro territori, dalla sua gestione, si è rivelato un errore grandissimo”.
“Le tante inerzie derivanti da una legislazione che demanda alle Regioni, spesso inattive, il compito di governare la materia e di intervenire e correggere le storture, hanno prodotto una situazione inaccettabile, denunciata anche dal Tribunale di Palermo che – a seguito di aggressioni di cinghiali a cittadini – ha sottolineato la responsabilità delle amministrazioni pubbliche nel caso non siano stati adottati piani mirati di contenimento”, conclude Confagricoltura, che esorta “a uscire dalla sterile fase della contrapposizione tra mondo venatorio e mondo ambientalista, acquisendo tutti la consapevolezza che il problema della gestione della fauna va affrontato anche con misure che prevedano il riequilibrio delle presenze faunistiche sul territorio”. (Italpress)