Ultimi anche nel riciclaggio dei rifiuti organici. L’Italia della salvaguardia dell’ambiente è sempre più fanalino di coda dell’Europa, non riuscendo ad ottimizzare la raccolta dei rifiuti, così, per fare un altro esempio, a sistemare le reti idriche da cui si disperde la metà delle risorse. I rifiuti organici, lavorati con procedimenti innovativi, possono essere una svolta anche per l’agricoltura. Molti paesi europei lo hanno capito e la Coldiretti sollecita a cambiare passo. Dando uno sguardo all’Europa i rifiuti organici di origine urbana sono circa 96 milioni di tonnellate di cui il 66% finisce in discarica contro il 23% dell’Italia.
Ma ora c’è la possibilità che si arrivi ad una svolta positiva. “Ogni anno 7 milioni di tonnellate di rifiuti organici dei centri urbani vengono trasformati in 20di qualità”, segnala la Coldiretti, “per concimare in modo naturale e sostenibile i campi agricoli contribuendo così ad abbattere l’inquinamento e a gestire al meglio la raccolta differenziata”. Il futuro sarà sempre più “compost” con questo obiettivo è stato siglato a Cernobbio, al Forum internazionale dell’agricoltura della Coldiretti, un patto tra il presidente della Confederazione, Ettore Prandini e il presidente del Consorzi Italiano Compostatori (Cic) Flavio Bizzoni, per la creazione di una filiera virtuosa sulla produzione di compost di qualità Made in Italy per contribuire ad raggiungere l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata a livello nazionale incentivando il riutilizzo della frazione organica.
“Entro i prossimi 5 anni”, dicono i promotori dell’accordo, “si prevede un aumento di circa due milioni di tonnellate all’anno di raccolta differenziata del rifiuto organico rispetto ai quantitativi attuali con un sistema di riciclo che si stima possa creare alcune migliaia di nuovi posti di lavoro diretti oltre all’indotto”. L’utilizzo di questi scarti, secondo le valutazioni della Coldiretti, può dare un grosso contributo alla difesa dell’ambiente attraverso la creazione di compost di qualità in grado di arricchire naturalmente i terreni agricoli che sono fra i principali bacini di cattura del carbonio oltre a produrre il 95% del cibo che serve a sfamare una popolazione globale che negli ultimi 50 anni è raddoppiata passando da 3,5 a 7,6 miliardi di persone.
“I sistemi alimentari e le pratiche agricole”, spiega la Coldiretti in una nota, “sono elementi cruciali di un nuovo modello di sviluppo che permetta di vivere nei limiti della natura puntando sulla qualità del cibo e dei terreni che lo producono. Il suolo è una risorsa non rinnovabile e per questo c’è bisogno di pratiche rigenerative per evitare la perdita di fertilità”. Entrando nel merito dell’intesa Coldiretti e Consorzio italiano compostatori si impegnano a sostenere campagne e progetti di sensibilizzazione e di raccolta differenziata fra i cittadini, a sviluppare piani per la realizzazione di compost e biometano, attuare un sistema di monitoraggio sulla qualità degli scarti organici utilizzati attraverso meccanismi di tracciabilità del compost e con una etichetta d’origine dei rifiuti e dello stabilimento di lavorazione oltre a informazioni sul miglior uso agronomico del compost in base al tipo di coltivazione e terreno.
“All’interno di un sistema di economia circolare sostenibile@, ricorda la Coldiretti, “oltre a contrastare tutti i possibili fenomeni di illegalità è necessario arrivare a una norma condivisa sulla gestione del suolo oltre a promuovere strumenti all’interno della Pac (Politica agricola comunitaria) e degli accordi Climate Change e Horizon Future per un ritorno di risorse all’agricoltura per il mantenimento della qualità dei suoli, la decarbonizzazione e l’uso di prodotti biodegradabili”.