lunedì, 18 Novembre, 2024
Cultura

Il Centro studi internazionale sulla donna apre le porte nelle Marche

Tra le Settecentesche mura dell’ex convento degli Agostiniani, una nuova meta che inaugura un turismo “al femminile” che vuole essere occasione per scoprire e riflettere sull’attualità e sull’educazione di future donne e futuri uomini, un nuovo luogo, con una speciale biblioteca, dove si alterneranno eventi, suggestioni, incontri e proposte per parlare di nuovi scenari possibili, valorizzare il ruolo delle donne nella società e un sogno trasformato in missione: costruire una cartina geografica del mondo attraverso le grandi donne dei 5 continenti. 

Una nuova idea di turismo come occasione di sensibilizzazione, un punto di partenza per costruire un percorso di viaggio e di conoscenza sulle orme delle donne che hanno fatto e cambiato la storia, nel paese eletto Borgo più bello d’Italia nel 2007, tra i sette più belli nel 2021. 

È stata inaugurata una mostra permanente che vede protagoniste 14 scienziate. Una mostra per proclamare, al di là delle disparità di genere, l’universalità dell’ingegno, la libertà di pensiero e di espressione, il diritto all’affermazione personale di tutti gli individui. 

Oltre alla mostra permanente, il Centro studi internazionale sulla donna, attraverso eventi, incontri, dibattiti, ha dato vita a una mappa del mondo “al femminile”. Su un globo di grandi proporzioni (3 pannelli di grandezza 2×2) ogni volta che verrà omaggiata una grande donna, il suo nome verrà apposto sulla cartina geografica con l’obiettivo di costruire una carta geografica unica nel suo genere, un filo rosso tra le donne che hanno dato il loro contributo alla società, all’attualità, alla scienza, partendo proprio da Corinaldo, dal quel Centro Italia dal grande patrimonio culturale e sociale, guardando al resto del mondo.   

Un evento d’inaugurazione, per una data non casuale: quella del compleanno, nel suo paese natio, di Maria Goretti, tra le prime vittime di femminicidio del Novecento, uno dei primi fatti di sangue del secolo scorso passato alla cronaca e rimbalzato sui media con protagonista una donna. Da qui nasce un’articolata riflessione del Centro, per innescare un cambiamento culturale nel segno delle donne, per contrastare la violenza di genere, attraverso iniziative di studio, approfondimento e sensibilizzazione. 

LA MOSTRA. 14 scienziate. 14 donne che hanno cambiato il mondo con le loro eccezionali invenzioni e scoperte. Attraverso gigantografie a fumetti di Ada Lovelace Byron, Caroline Hershel, Emmy Noether, Jane Goodall, Katherine Johson, Margherita Hack, Maria Gaetana Agnesi, Marie Curie, Tu Youyou, Rita Levi Montalcini, Katia Kraff, Hedy Lamarr, Ipazia, Maria Sibylla Merian: un tracciato per conoscere le vite straordinarie di donne che hanno apportato un contributo fondamentale allo sviluppo della scienza e, contemporaneamente, all’emancipazione femminile. 

Storie avventurose e romantiche di donne appassionate e ribelli che hanno impresso un segno nella storia, lottando per conquistarsi un posto nel mondo, a dispetto di una società che le voleva remissive e silenziose. Attraverso una serie di suggestioni, grafiche e audio, si rappresenta il difficile ingresso dell’universo femminile nel mondo della scienza, fra mille ostacoli  e pregiudizi di genere. Un viaggio nel tempo, per restituire simbolicamente il giusto merito a tutte quelle scienziate, che nonostante l’impegno e gli sforzi profusi per diffondere le proprie idee, si sono spesso scontrate con barriere culturali e ideologiche, vedendo il loro lavoro oscurato e misconosciuto, a vantaggio di altri. 

Ex convento degli Agostiniani. Costruito tra il 1767 e il 1780 su disegno dell’Architetto Gimignani di Corinaldo, è ora utilizzato come albergo. Oltrepassando il grande portone, sormontato dal monogramma in ferro battuto M.A. (Monastero Agostiniano), che ancora oggi conserva la denominazione di “portone dei Frati”, si raggiunge un cortile dalle armoniche forme Vanvitelliane. L’edificio, articolato su diversi livelli, rappresenta un notevole esempio di architettura settecentesca. Sul lato sud, inglobato nell’edificio, si trova l’abside duecentesca della chiesa di San Nicola. Dalla sala principale si accede ad una lunga grotta che scende nelle viscere del centro storico attraverso cunicoli e nicchie scavate nell’argilla. Era sicuramente una grotta dove si conservavano, a temperatura costante, le derrate alimentari. È chiamata “La Buca del Cilicchione”, dove la fantasia popolare vuole sia stato imprigionato il Cilicchione. Dove sia questa cella però non ci è dato sapere.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

“La Luna. e poi?” Alla Fabbrica del Vapore di Milano

Redazione

“Italia Cinquanta”, la mostra dei magnifici anni

Leonzia Gaina

Buio in Iran: il velo resta obbligatorio

Rosalba Panzieri

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.