domenica, 22 Dicembre, 2024
Economia

Confcommercio, moratorie e ristrutturazione dei debiti

Scontro sul Fisco

Si accende il dibattito sulla riforma fiscale con uno scambio di osservazioni polemiche tra sindacati e Confcommercio. Cgil, Cisl e Uil insistono sulla: “Priorità esclusiva e assoluta”, della diminuzione del carico fiscale di pensionati e dipendenti. Su un altro fronte la Confcommercio che osserva come i soldi debbano servire alle attività produttive. E rintuzzano i sindacati sui fondi ottenuti, “non è vero che le aziende hanno avuto troppo”.

Irpef e Irap

Il primo passaggio della riforma sarà come utilizzare gli 8 miliardi per ridurre il fisco. Le posizioni tra Associazioni di categoria, sindacati e partiti sono distanti. Il primo incontro convocato dal ministro dell’Economia Daniele Franco, per evitare toni forti, ha posto solo le basi per capire i risultati della riforma in base a simulazioni che il ministero del Tesoro presenterà in una prossima riunione dove si proverà a fare una sintesi su proposte e richieste. Per ora l’Imposta sul reddito delle persone (Irpef) e l’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP), secondo una volontà unanime “devono scendere”. Stando alle anticipazioni sei miliardi andrebbero per abbatte l’Irpef e due per l’Irap. Se sullo sfondo ci sono in numeri in primo piano c’è dibattito sulla ripartizione dei miliardi.

Il maxi Piano di Draghi

L’idea del premier è quella di mettere in campo una riforma che dia una spinta alla crescita. “Tagliamo le tasse e stimoliamo gli investimenti. Abbiamo dato priorità agli interventi per la crescita. Sono 40 miliardi in un triennio”, ricorda il premier, “con la riduzione delle imposte, di cui 24 al cuneo e la parte restante agli incentivi fiscali, alle famiglie e imprese per il patrimonio immobiliare e la digitalizzazione”. Le proposte di Draghi però non convincono i sindacati che chiedono una serrata lotta alla evasione fiscale, una netta divisione tra lavoro dipendente è quello autonomo, con i miliardi disponibili che dovranno servire a ridurre le disuguaglianze, e incentivare i redditi bassi. Per i sindacati le imprese hanno già ottenuto troppo. Ora tocca ai lavoratori.

La Confcommercio rilancia

Tutt’altra visione dai sindacati è quella del presidente della Confederazione, Carlo Sangalli. I miliardi dovranno servire a rilanciare un tessuto produttivo fortemente esposto alla crisi e alle tasse. “Bisogna aiutare le aziende, servono moratorie fiscali e una ristrutturazione dei debiti bancari”. “Non è vero che le aziende hanno avuto troppo”, sostiene il presidente di Confcommercio che respinge la richiesta dei sindacati di destinare tutti gli 8 miliardi a lavoratori dipendenti e pensionati. Sui 170 miliardi che per i sindacati sono già andati in favore delle imprese, la Confcommercio replica che si tratta di contributi per la crisi Covid e tra l’altro sono stati largamente insufficienti. “Credo onestamente non si possa davvero dire che le imprese abbiano avuto sin troppo. Come è noto”, replica Sangalli, “i contributi a fondo perduto sono stati un parziale e certo non sufficiente ristoro delle drammatiche cadute di fatturato provocate dall’impatto economico e sociale della pandemia, mentre le misure per la cassa integrazione hanno sorretto la tenuta dell’occupazione. Le garanzie pubbliche sono state finalizzate a favorire l’accesso al credito ed a sorreggere la liquidità, ma i prestiti vanno rimborsati”.

Tasse e ammortizzatori

Per la Confcommercio bisogna ridurre sia l’Irap che l’Irpef e intervenire sul cuneo contributivo. Ma c’è un problema che la Confederazione vede profilarsi all’orizzonte, quello degli ammortizzatori sociali che per i sindacati devono essere pagati anche dalle imprese. “Ciò significa un rilevante incremento strutturale di pressione contributiva a carico di un settore che sta ancora facendo i conti con le ripercussioni della pandemia e si confronta con un orizzonte incerto. Va anzitutto”, sottolinea il leader della Confcommercio, “affrontato e risolto il nodo della sostenibilità contributiva dei nuovi ammortizzatori. Per questo, come abbiamo chiesto a Draghi ed al ministro Orlando, si deve alleggerire simmetricamente altre componenti del cuneo contributivo: il contributo per gli assegni familiari anche in considerazione del nuovo assegno unico, i contributi Inail e per la malattia”.

I sindacati insistono

L’affermazione della Banca d’Italia circa la maggiore efficacia dell’uso di detrazioni per tagliare le tasse è “un’autorevole conferma di quanto sostenuto dalla UIL insieme a Cisl e Cgil”, scrive Domenico Proietti, esponente della Uil. E aggiunge, “Il governo e il Parlamento devono utilizzare tutti gli 8 miliardi previsti per un taglio delle tasse significativo a lavoratori e pensionati”. “Questo è un modo concreto”, evidenzia infine la Uil, “per dare una risposta a quanti fanno fino in fondo il proprio dovere con il fisco e allo stesso tempo per incentivare i consumi e promuovere la domanda interna decisivi per consolidare la crescita”.

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