Lui non lo dice, ma l’ideale politico cui Renzi si ispira è il fiorentino Lorenzo il Magnifico. Alleato di Venezia contro il Ducato di Milano, combatté con Milano contro Ferrara; poi con il Papa contro Venezia, si alleò con Ferdinando di Napoli contro Innocenzo VIII e infine fu l’artefice della pace tra i due nel 1486. E fu chiamato ago della bilancia dell’Italia rinascimentale.
Il ruolo che Renzi si è disegnato è quello di “ago della bilancia” di una politica che lui descrive così: una destra-destra a conduzione sovranista Salvini-Meloni, una sinistra debole e confusa di Letta impaniata con i populisti di Conte. In mezzo si pone lui con l’ambizione di fare il federatore di un’area ampia che parte da Calenda e Bonino e finisce per coinvolgere la residua parte moderata di un centro-destra che non c ‘è più.
Un progetto ambizioso anche perché finora Renzi è stato più un politico di rottura che un abile tessitore.
Ruppe prima con Letta, poi con la vecchia guardia del Pd, in seguito con i cittadini italiani che prima gli bocciarono il referendum, poi gli affossarono il partito nelle elezioni del 2018. L’unica tessitura che fece fu proprio quella del Conte 2 tra Pd e 5 Stelle, ma la sconfessò un minuto dopo aver votato la fiducia, uscendo dal partito. Da allora il suo nemico numero 1 è Giuseppe Conte. Bersaglio facile e di comodo quando descrive i 5 stelle com’erano e come ora non sono più.
Nella Leopolda 11 Renzi ha finito per rompere tutti i ponti residui che lo temevano agganciato al Pd. Un’operazione temeraria. E ancora non si vede come possa effettivamente convincere le anime sparse della sinistra e ciò che rimane di Forza Italia a mettersi insieme sotto la sua ala protettrice.
Ha citato Aldo Moro e il suo elogio della “elasticità”. Il calcolo politico di Renzi è semplice e ardito insieme.
Alle prossime elezioni -che lui dice di vedere vicine ma invece vorrebbe lontane- nessuno dei due schieramenti avrà la maggioranza. Un’area del 10% -la sua- potrebbe decidere la partita. Ma favore di chi? Allearsi con Letta e Conte, dopo tutto quello che ha detto e non detto di loro significherebbe doversi rimangiare parecchi rospi. Allearsi con Salvini e Meloni , per lui che si sente il Macron italiano, sarebbe un’onta. E allora cosa pensa di fare col 10? Lui è convinto che il “potere di coalizione” gli darà la forza di imporre a Letta di umiliare i 5 Stelle e a Salvini-Meloni di smettere di essere contro l’Europa. Entrambe missioni che sembrano davvero impossibili.