Il mare, vero protagonista dei cambiamenti climatici globali, non è stato invitato alla Cop 26 mentre, al tavolo in cui erano riunite la Nazioni del mondo, si discuteva e si prendevano accordi per mitigare e affrontare gli enormi problemi che coinvolgono l’intera umanità pena la scomparsa della nostra specie dal Pianeta Terra.
Lo denuncia Marevivo attraverso una nota in cui ricorda che il mare ricopre il 71% della superficie, produce oltre il 50% dell’ossigeno un respiro su due lo dobbiamo all’ecosistema marino, assorbe il 30% della CO2 e l’80% del calore generato dall’uomo negli ultimi 200 anni, ma non c’è minuto che non sia sotto attacco in ogni angolo della Terra: inquinamento e over fishing stanno distruggendo un equilibrio straordinario formatosi in milioni di anni tra esseri animali e vegetali, grandissimi come le balene e minuscoli come il prezioso plancton.
“Stiamo perdendo la nostra casa, la nostra madre, la nostra fonte di ossigeno e vita, ma anche di infinita bellezza e meraviglia”, si legge. Quelli che stiamo vivendo sono anni cruciali per la salute del nostro Pianeta, ma il ruolo degli Oceani, che costituiscono circa il 95% del suo spazio vitale, continua ad essere sottostimato. Fenomeni come l’aumento del 30% dell’acidità in pochi anni, la diminuzione del 20% delle barriere coralline, l’aumento della temperatura, la perdita di biodiversità, sono nemici mortali da fronteggiare subito ed è responsabilità comune di tutti gli Stati adottare provvedimenti per dare al mare un futuro sano, resiliente e sostenibile.
Storicamente, continua l’associazione, le misure di azione per il clima e gli sforzi per la conservazione degli ecosistemi marini sono stati considerati separatamente, ma adesso sappiamo con assoluta certezza che non è possibile salvare l’oceano senza intervenire sul cambiamento climatico e non possiamo affrontare la crisi climatica senza considerare gli oceani.
“La scienza ci dice che siamo ancora in tempo, ma a Glasgow questo tema, di fondamentale importanza per la gestione della crisi climatica, è stato il grande assente”, spiega Marevivo, evidenziando come durante i lavori la questione è stata affrontata solo a livello di innalzamento del suo livello e mai in funzione di provvedimenti o azioni di tutela comuni, facendo della Cop26 un’occasione mancata per dare il giusto riconoscimento al legame tra oceani e crisi climatica.
“Abbiamo perso un’occasione importante – dice Rosalba Giugni presidente di Marevivo -. Stiamo assistendo ad un degrado esponenziale ai danni della vita del mare e dei suoi ecosistemi e non c’è più tempo. Occorrono provvedimenti immediati e concreti”.