Quanto sprecano le famiglia italiane e quanto vale ciò che si getta nella spazzatura? A queste domande ha provato a rispondere il Gruppo di ricerca dell’Osservatorio sprechi alimentari del Crea, con uno studio che ha inteso valutare per la prima volta lo spreco alimentare delle famiglie italiane, sia sotto il profilo quantitativo che quello monetario. I risultati dell’indagine triennale hanno evidenziato come il campione analizzato di 1.142 famiglie, rappresentativo del contesto italiano, abbia sprecato 399 chili di cibo a settimana, pari al 4,4% del peso del cibo acquistato, con un valore monetario totale dei prodotti alimentari sprecati di 1.052 euro, pari al 3,8% della spesa alimentare del campione. “E’ emerso – spiega Vittoria Aureli del Crea Alimenti e Nutrizione e investigatore principale del lavoro – che in Italia i rifiuti sono completamente inutilizzati o parzialmente utilizzati e che, in generale, tutto il cibo cotto viene consumato, portando a una percentuale generalmente piccola di avanzi”. Aggiunge Laura Rossi, ricercatore Crea Alimenti e Nutrizione e coordinatore dello studio, che tra “gli alimenti non utilizzati e scartati, inoltre, c’è un fattore importante legato sia al prezzo degli acquisti che al peso degli sprechi: infatti, i prodotti con un alto costo unitario hanno un impatto minore sul peso degli sprechi alimentari, mentre, all’opposto, alimenti a basso costo unitario, vengono gettati via in grandi quantità, un elemento importante da considerare in campagne di sensibilizzazione”. Dal punto della produzione questi dati sono estremamente importanti perché sui prodotti più sprecati, ossia quelli a basso costo, sarebbe più utile applicare una strategia di vendita – senza aggravi di prezzo – con unità piccole che consentano ai consumatori di sprecare di meno, senza dimenticare l’attenzione agli imballaggi. Un minore spreco a tavola comporta benefici per l’ambiente, sia in termini di risorse, materie prime ed energia.