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Lo stretto legame tra consumi globali e mercati

lunedì, 6 Settembre 2021
1 minuto di lettura

Dopo più di un anno e mezzo di pandemia, i consumi sono il maggiore segnale cui si aggrappano gli analisti per delineare la ripresa economica. La domanda di beni di consumo alimenta la crescita economica e dei prezzi a; l’inflazione è oggetto di studio dei banchieri centrali per la definizione delle politiche monetarie dei prossimi anni.

La variabile Inflazione

Come riportato da Focus Risparmio in un interessante intervista a Frank Di Crocco, head of banks & wealth management di Invesco Italia, consumi e inflazione sono strettamente interrelate. “Dopo tanti anni di inflazione molto bassa, la recente dinamica rialzista dei prezzi può rappresentare un mutamento difficile da valutare – osserva l’esperto –Tuttavia, riteniamo probabile che, sfogata la fiammata di questi mesi, l’inflazione possa mantenere una dinamica positiva, ma moderata”.

Riflettori sulla digitalizzazione

Un recente studio di Morgan Stanley delinea come la pandemia sta costringendo la gente a lavorare, giocare, studiare e fare acquisti online, una vera e propria manna per la vita elettronica in tutte le sue forme. Ma queste tendenze ad una costante ed incontrovertibile digitalizzazione dove si registrano maggiormente?

Sembra proprio che i Paesi meno sviluppati siano già ben posizionati perché in termini di linee telefoniche fisse e negozi fisici, banche, ospedali e scuole offrono ai cittadini servizi sensibilmente più scadenti. “Quando adottano servizi digitali, non rinunciano a nulla di familiare o di amato. Sedici delle 30 economie più digitalizzate del mondo (in base al reddito digitale come quota del PIL) sono mercati emergenti, Cina in testa e, a seguire, Corea del Sud, Indonesia e Colombia.20”.

Le grandi case d’investimento puntano sul consumo sostenibile

Secondo Pictet AM, la prima tendenza che si registra è una sempre maggiore domanda da parte dei consumatori di informazioni chiare in merito alla sostenibilità dei prodotti che acquistano. Le aziende che forniscono dichiarazioni di sostenibilità chiare, responsabili e trasparenti possono ottenere un vantaggio competitivo. Non solo per quanto riguarda gli alimenti, ma anche, ad esempio, nel settore della moda e dell’abbigliamento.

Il settore automobilistico banco di prova

Come riportato da Fondi&Sicav ( https://www.fondiesicav.it/tre-trend-dirompenti-che-trasformeranno-lindustria-dellauto/)  il settore dell’auto sarà investito da una rivoluzione incentrata sulla sostituzione dei veicoli con motore a combustione interna (ICE) con veicoli elettrici (EV). Secondo Charles Watford, credit analyst Europe di Pimco, “I veicoli elettrici stanno vedendo una forte crescita anno su anno in alcuni mercati asiatici (28% in Corea del Sud e 76% in Cina), più del 40% negli Stati Uniti, e oltre il 100% in alcuni mercati europei. Prevediamo che l’industria vedrà tassi di crescita annuale composti a due cifre (CAGR) per il prossimo decennio”.

Prima gli obiettivi e poi i trend

Nel portafoglio dei risparmiatori tutto questo si può valutare solo dopo un’attenta analisi dei propri obiettivi, della propria propensione al rischio e del proprio orizzonte temporale. Prima gli obbiettivi. Poi i trend ed i mercati, che sono lo strumento, non il fine.

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