In pochi giorni in regione Campania, a Battipaglia e non solo, si sono verificati una serie di roghi in impianti di smaltimento di rifiuti. In una terra già martoriata e alla ribalta delle cronache, si sono immediatamente levate delle voci di protesta ed accusa: sono atti dolosi, la camorra sta proteggendo i propri interessi, nei territori colpiti c’è una concentrazione troppo elevata di impianti, le istituzioni non intervengono a proteggere le comunità locali, deve intervenire l’esercito. Queste sono solo alcuni dei pensieri che si annidano nelle menti di chi è costretto a vivere queste situazioni.
Lasciamo agli organi preposti il compito di indagare su cosa sia effettivamente accaduto.
Tuttavia, non possiamo non sottolineare che quella dello smaltimento dei rifiuti è una questione spinosa in tutto il territorio italiano. Di chi sono le responsabilità? Della criminalità, dei comitati cittadini che al semplice accostamento dei termini impianto e rifiuti erigono barricate, di coloro che pensano solo a perseguire i propri interessi, dell’impreparazione di chi dovrebbe tutelare i diritti dei cittadini.
E’ innegabile che senza una corretta gestione del ciclo dei rifiuti ed il loro recupero e una condivisione di intenti ed una collaborazione tra istituzioni e comunità locali non si uscirà dall’emergenza.
Livelli elevati di diossina ed agenti inquinanti nell’aria, aumento di patologie oncologiche ed infertilità, chiusura o delocalizzazione di attività produttive a causa del discredito dei territori, emigrazione sono solo alcune delle conseguenze.