L’obiettivo? Rispettare l’ambiente e parlare di aziende di microgravità.
Marco Berry, ex Iena, comico, attore, mago, classe 1963, ha un sogno preciso: volare in orbita. Come tanti, direte voi. Lo racconta a La Discussione dove annuncia che desidera mettere piede su un altro pianeta per dire come è bella, allegra e varia la Terra. La differenza tra Marco Berry e gli altri è che lui oltre a sognare, lo sta facendo davvero. Così ci racconta degli sforzi e rinunce a cui di sottopone.
Il volto noto di Mediaset si sta allenando duramente per raggiungere un obiettivo: essere il primo civile a volare nello spazio. Il progetto, “Yes. It’s Possible”, nasce lo scorso gennaio durante il lockdown e più che una scommessa col destino, sembra una promessa col destino. Una testimonianza di speranza per tutti coloro che in questi lunghi mesi di pandemia hanno dovuto affrontare i compromessi di una realtà ferma, senza prospettive. Un solo monito: non restate con i piedi troppo per terra.
Marco vuoi volare in orbita per guardare la Terra da un altro punto di vista?
“Cambia il punto di vista quando si esce dalla zona di comfort ed è giusto cambiare idea, ho guardato la vita da un altro punto di vista; le difficoltà ed i problemi come i sacrifici, da un punto di vista esterno, riescono ad essere più piccoli. Le sconfitte servono per crescere ed imparare, ci sono altre prospettive e possibilità ma per questo, bisogna sognare, per realizzare un obiettivo. I sogni sono possibili se ci si crede”.
Come civile come ti stai preparando?
“Sto lavorando su me stesso per superare i test che da protocollo vengono richiesti ad un astronauta. L’astronauta deve pilotare un aereo, imparare almeno due lingue, lanciarsi con il paracadute, immergersi sott’acqua e provare la forza centrifuga. A Settembre andrò a sopravvivere in una grotta poi sono certo che arriverò nello spazio, l’obiettivo personale di un uomo è la performance. Orbitare per portare dei progetti di aziende che siano organizzati in microgravità, bisognerà quindi prepararsi fisicamente e mentalmente per progetti importanti per migliorare la vita di tutti. Ho ingaggiato una nutrizionista, ho imparato a fare attenzione alla nutrizione perdendo così 10 kg. Come sport mi alleno con bicicletta e nuoto”.
Come pensi di conciliare l’essere astronauta e l’essere padre?
“Ho due figlie Ludovica di 21 anni e Carlotta di 14 anni. All’inizio Ludovica abituata alla mia professionalità è rimasta divertita ed ha esclamato: “Sei il solito pazzo” Carlotta invece rideva. Quando ho iniziato a raccontare il progetto sui social, lei mi seguiva, ha iniziato a darmi consigli cosi che, ad un certo punto anche le mie figlie si sono convinte che nella vita tutto sia possibile”.
Quando è previsto il lancio?
“Spero tra il 2022 e il 2023. Prima però dovrò convincere e incuriosire almeno una delle cinque persone al mondo che hanno il potere di farmi volare: Richard Branson, Jeff Bezos, Elon Musk, Xi Jinping, Vladimir Putin. Non sarà facile, ma sto curando la preparazione psicologica e linguistica che servirà per affrontarli e gestire i pochi minuti che, spero, mi dedicheranno”.
Come pensi di convincerli?
“Detta così, può sembrare una boutade. Ma non voglio essere un semplice turista spaziale. Yes. It’s Possible è anche l’occasione per centinaia di ricercatori italiani che vogliono far arrivare i propri esperimenti in orbita. Mi presenterò ai ‘Grandi’ dello spazio con in dote alcuni progetti di ricerca aerospaziale innovativa che spero li convincano. Da ottobre inizierà ‘I want you’ una campagna per arrivare a Musk e agli altri: come primo viaggio potrei raggiungere la Stazione spaziale internazionale. Ma se dovessero propormi di partecipare al primo volo su Marte non mi tirerei certo indietro”.
Se dovessi incontrare su un pianeta un altro Marco Berry, come definiresti la Terra?
“La terra è il pianeta più allegro in cui la natura si è divertita molto nelle straordinarietà di combinazioni della vita. Direi, che l’umanità, debba imparare a difendere il mondo e renderlo sostenibile. Rispettare l’ambiente è il concetto centrale ed avere grande sensibilità”.
Quali sono le tre cose che porteresti in orbita?
“Porterei con me la possibilità di leggere e di imparare, l’affetto delle mie figlie, e la curiosità. Non dimenticherei l’attenzione agli altri come solidarietà e sicuramente ricorderei le parole di nonno Mario in cui mi diceva:” Ricordati sempre che un pezzettino della tua fortuna va restituita”. Infine porterei un sorriso perché rappresenta la meraviglia del mondo.