Più che le parole sono i numeri a illustrare i preoccupanti limiti (ci sarebbe da dire fallimenti) del Sistema sanitario in Italia. L’impatto con il Covid ha inoltre accelerato in modo drammatico le già vistose carenze.
I dati da cui partire, infatti, sono quelli pubblicati nel nuovo annuario statistico del Sistema sanitario nazionale, del Ministero della Salute relativi al 2019 – quindi pre pandemia – dai numeri è possibile fare diverse riflessioni e porre interrogativi. In particolare nell’arco di dieci anni cosa è avvenuto? Tra il 2010 e il 2019 – quindi con Governi diversi e maggioranze politiche diverse – sono stati tagliati 173 ospedali, con una riduzione di personale di 46 mila persone, tra dipendenti e medici convenzionati.
TAGLI A POSTI LETTO E CONSULTORI
Riduzione di strutture e di conseguenza anche di posti letto: in 10 anni tra pubblico e privato sono stati tagliati 43.471 letti tra degenze ordinarie, day hospital e day surgery. In discesa anche il numero dei Consultori: ne sono stati chiusi 1 su 10 – erano 2.550 nel 2010 contro i 2.277 del 2019 -. Sono cresciuti invece i Centri di Salute mentale, erano 1.464 dieci anni e fa sono diventati 1.671 nel 2019.
Nel contempo l’assistenza territoriale con quella domiciliare è cresciuta in modo lento e disomogeneo. Stando alle percentuali, inoltre, è stato chiuso il 15% delle strutture ospedaliere pubbliche. In totale le 1.165 strutture di assistenza sono passate a 992, con un calo drastico di quelle pubbliche e una riduzione contenuta di quelle private. Ridotte in modo consistente anche i punti per l’assistenza specialistica ambulatoriale: erano 9.635 nel 2010 e sono scese a 8.798 dieci anni dopo. Ancora più marcato il taglio dell’assistenza Territoriale residenziale che a fronte delle 9.635 strutture presenti nel 2010 ne conta 7.683 nel 2019. In controtendenza l’assistenza territoriale semi residenziale che invece vede crescere le strutture: erano 2.644 nel 2010 e sono 3.207 nel 2019.
RIDUZIONE DEL PERSONALE MEDICO SANITARIO
In crescita il settore e le strutture riabilitative, che sono passate da 971 strutture è passata 1.141. Capitolo ancora più difficile da comprendere, rispetto ad una nazione che invecchia, e con un numero di persone da assistere in costante crescita, è la riduzione del personale sanitario: in 10 anni si registrano 42.380 unità in meno (-6,5%). Nello specifico 5.132 medici in meno: erano 107.448 nel 2010 e nel 2019 sono scesi a 102.316; e 7.374 infermieri in meno: erano 263.803 nel 2010 e nel 2019 sono scesi a 256.429. Altra emorragia è quella dei medici di famiglia dai 45.878 che erano nel 2010 sono diventati 42.428 nel 2019 (-3.450). In calo anche i pediatri (-310 in 10 anni per un totale nel 2019 di 7.408 unità). In frenata anche i medici di continuità assistenziale (ex guardia medica) che dai 12.104 che erano nel 2010 sono diventati 11.512 nel 2019 (-592). Questi i numeri a cui per ora non sono seguite analisi e commenti politici. Le attese sono tutte legate al Piano nazionale di Rinascita, ma anche in questo contesto ci sono dubbi sulla effettiva efficacia delle misure che saranno intraprese.