Si possono contrastare le mafie in molti modi, uno è quello progettato dalla Confederazione italiana agricoltori, Cia. Riparte “E!State Liberi!” con i suoi campi di impegno e formazione, promossi da Libera. Il tutto infatti si svolgerà sui terreni confiscati alle mafie e ora gestiti da cooperative sociali e associazioni.
Il progetto, che può contare ogni anno sul sostegno di Cia-Agricoltori Italiani, è finalizzato alla valorizzazione e promozione del riutilizzo sociale dei beni sequestrati alla criminalità organizzata, nonché alla formazione dei partecipanti sui temi dell’antimafia sociale e alla conoscenza dei territori coinvolti, attraverso un impegno concreto, anche di prossimità e in collaborazione, con gli attori sociali della rete di Libera. “Se da un lato l’esperienza dei campi di “E!State Liberi!” è di fondamentale importanza”, illustra la Cia, “per le realtà che gestiscono beni confiscati, in termini partecipativi e promozionali, dall’altro lato i veri protagonisti sono le migliaia di giovani e adulti che, ogni estate, decidono volontariamente di dedicare una parte delle proprie vacanze ad accompagnare l’impegno quotidiano delle reti territoriali dell’antimafia sociale”.
Diverse le tipologie dei campi: per singoli, per gruppi, per famiglie, per ragazzi, campi tematici e campi aziendali. “Ripartire dall’agricoltura per proporre un modello alternativo alla logica mafiosa”, commenta il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino, “Questo è uno dei tanti meriti di Libera: dimostrare che ciò che la criminalità organizzata ha sottratto alla collettività può essere restituito alla società civile e può creare, attraverso il lavoro sui beni confiscati, nuove opportunità di crescita e di formazione, prima di tutto per i giovani”. Tutte le esperienze, sia quelle residenziali che non residenziali, sono organizzate seguendo le Linee guida del governo sul Covid.